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Blocco voli Usa, dietro il guasto l'errore di un ingegnere: ha sostituito il file con un altro

Blocco dei voli Usa: scoperta la causa

Uno scambio fatale che ha avuto conseguenze economiche disastrose: dietro il guasto l'errore di un ingegnere che ha sostituito il file con un altro

Novità in ordine alle cause del blocco dei voli negli Usa, dietro il guasto ci sarebbe l‘errore di un ingegnere: ha sostituito il file con un altro. Dopo il caos delle scorse ore è stata individuata la causa dell’improvviso “tilt”: una svista umana. Sarebbero queste le prime risultanze dell’indagine avviata dopo il “mercoledì più nero di sempre” per l’aviazione civile Usa. Durante la fase di manutenzione sarebbe stato commesso un errore, quindi nessun guasto e men che mai attacco hacker. La prima indicazione è la risultanza delle indagini interne alla Faa, l’agenzia del Dipartimento dei Trasporti statunitense che regola il trasporto aereo. 

Dietro il guasto l’errore di un ingegnere 

Lo stop per dodici ore avrebbe avuto innesco sull’invio digitale dei “Notice to air missions” (Notams). Si tratta dei bollettini con tutte le informazioni fondamentali che i piloti devono leggere prima di decollare. E il risultato del problema era stato un disastro: 1.330 voli cancellati e altri 10 mila in ritardo, a volte clamoroso. Il tutto con vettori leader come American Airlines, Delta Air Lines, Southwest, United Airlines che hanno proclamato come oltre il 40% dei loro voli programmati nella giornata di mercoledì siano stati annullati o partiti in ritardo. E quel blocco informatico sarebbe stato causato da un file al database della Faa. 

Lo scambio di files da milioni di dollari

Quel medesimo file che poi ha mandato in tilt sia il sistema principale e quello di di backup. Abc ha raccolto le dichiarazioni di una fonte: pare ci sia stato “un errore durante la manutenzione ordinaria”, come spiega il Corsera. Ma di che tipo? Un ingegnere avrebbe “sostituito un file con un altro” senza accorgersi di aver sbagliato. Ha detto la fonte: “È stato un errore in buona fede che è costato al Paese milioni di dollari”.