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Il cambiamento climatico travolge la Cina e fa traballare il regime di Xi Jinping

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Cominciano a trapelare immagini e informazioni delle devastazioni causate dal tifone Doksuri

In meno di due giorni sono cadute le piogge dell’intero mese di luglio. Continua la conta dei danni causati dal tifone Doksuri in Cina, in particolare a Pechino dove si sono registrate le precipitazioni più intense degli ultimi 140 anni. Il Dragone Rosso paga così anni di inquinamento e urbanizzazioni scellerate del territorio, in nome del denaro e di un apparente e promesso benessere, che di fatto riguarda solo le classi privilegiate e corrotte della superpotenza.

Ora anche gli scienziati parlando di effetti del cambiamento climatico, da sempre negato dal regime e dalle élite corrotte del Paese.

Cina, a Pechino registrate le piogge più intense degli ultimi 140 anni

Forti tempeste associate a temperature record. Scontri titanici tra correnti che generano fenomeni sempre più estremi, improvvisi e intensi. Dopo l’allerta rossa delle autorità del regime cinese, costrette a mostrare le immagini delle devastazioni del tifone Doksuri, solitamente ben filtrate agli occhi del mondo, ora anche gli scienziati collegano gli ultimi eventi meteorologici al cambiamento climatico.

Solo nella capitale è caduta la pioggia più intensa degli ultimi 140 anni, ossia da quando l’uomo ha cominciato a registrare i fenomeni meteo. Così Doksuri è stato classificato da tempesta a supertifone fuori stagione, attraversando tutta la Cina e le Filippine, i due Paesi (assieme a India) che stanno registrando i maggiori flussi migratori climatici interni, costituiti in gran parte da popolazioni povere a cui viene negato l’accesso alle informazioni e all’istruzione che conta. Loro pagano il prezzo più alto delle urbanizzazioni selvagge e dell’economia che genera disuguaglianze e città ghetto.

Xi Jinping come Pilato: da “nutritevi di spirito” a “fate ogni sforzo”

Anche le informazioni che trapelano sono contradditorie. Ieri le autorità cinesi parlavano di due morti. Oggi la televisione statale di regime CCTV parla di almeno 11 persone decedute a Pechino e 13 dispersi. Ma i filmati che trapelano grazie ai social mostrano vastissime aree travolte dalle inondazioni. Nella provincia di Hebei sono state evacuate quasi 1 milione di persone.

Lo “tsunami” ora appare incontenibile persino per il presidente Xi Jinping, il capo del regime che solo un mese fa, ai tanti giovani disoccupati e insofferenti diceva “nutritevi di spirito”. Oggi scarica in modo pilatesco le responsabilità e chiede a tutti di “fare ogni sforzo”, naturalmente dalle sue sfarzose e intoccabili residenze di Pechino.

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