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Catalogna, Rajoy riferisce al Congresso: 'Puigdemont confermi se ha dichiarato secessione'

Catalogna

Il premier spagnolo Mariano Rajoy riferisce questo pomeriggio davanti al Congresso dei deputati sulla crisi catalana.

Catalogna, ancora non si riesce a far quadrare i conti, a capire cosa succederà, a risolvere una situazione che, man mano che i giorni passano, comincia ad essere sempre più paradossale. Circola, in queste ultime ore, una frase che spiega, e in un certo senso riassume, anche se grottescamente, la situazione che si vive in Spagna: “Sì all’indipendenza ma sospendiamola per negoziare.”.

Si capisce bene che una simile affermazione, fatta dal presidente della Generalitat Carles Puigdemont durate il suo discorso nella sede del parlamento di Barcellona, potrebbe apparire un po’ contraddittoria. Soprattutto se seguita da altre parole parole piuttosto forti, sempre a proposito del futuro della Catalogna:

“Sì all’indipendenza, ma propongo di sospenderla per qualche tempo per procedere con negoziati. C’è una forte necessità di non alimentare la tensione, il momento è critico e serio, madobbiamo essere tutti qui ad assumerci le nostre responsabilità. Non abbiamo nulla contro la Spagna e gli spagnoli, ma le relazioni non funzionano e non si è fatto nulla per cambiare la situazione, che è diventata insostenibile. Un popolo non può essere obbligato contro la propria volontà ad accettare lo status quo.”.

A discorso concluso, arriva la replica del premier spagnolo Mariano Rajoy, il quale, come c’era da aspettarsi, ha ribattutto in maniera decisamente piccata a colui che promuove in prima persona la secessione della Catalogna. Appena concluso il discorso del leader secessionista, dunque, il premier spagnolo ha fatto sapere di considerare le parole di Puidgemont:“una inammissibile dichiarazione di secessione”, aggiungendo che “non cederemo al ricatto” e, ancora, di essere pronto a dare una adeguata risposta nelle sedi competenti.

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Catalogna, la risposta di Mariano Rajoy

La risposta, quindi, arriverà nel pomeriggio di oggi. Mariano Rajoy, infatti, ha scelto la giornata odierna per riferire davanti al Congresso dei deputati. All’ordine del giorno, ovviamente, la crisi in Catalogna, soprattutto dopo il discorso di Carles Puigdemont e, a seguire e di concerto, dovrà parlare anche delle misure che il governo dovrà assumere questa mattina per rispondere alla dichiarazione di indipendenza sospesa annunciata dal presidente leader secessionista al termine del suo coinvolgente discorso.

Il paradosso di una rivoluzione sospesa continua, quindi. La Catalogna ieri, dopo il referendum e tutto ciò che ne è venuto, anche a spese di alcuni cittadini, si è di fatto dichiarata indipendente, ma non proprio del tutto. Tale presa di posizione, infatti, è durata per circa un minuto. Esattamente alle 19.41 il presidente Carles Puigdemont ha proclamato la Repubblica catalana e poi, subito dopo, alle 19.42 ha sospeso la secessione, per tentare, ancora, “una tappa di dialogo” con Madrid.

Difficile dire, a questo punto, quale sia la strategia che sta mettendo in atto Mariano Rajoy. Sempre che di una strategia si tratti effettivamente. Il sospetto, infatti, è che ci sia una confusione generale e diffusa, che non si comprenda bene, né da una parte e né dall’altra, come continuare a muoversi. Nonostante dichiarazioni molto forti da entrambi i fronti,che non sono mancate e continuano ad esserci, nella sostanza pare non si capisca come continuare a muoversi.

È da segnalare, inoltre, anche il commento molto duro di Ines Arrimadas, leader dell’opposizione catalana, intervenendo in aula subito dopo il suo presidente: “Questa è la cronaca di un golpe annunciato. Il nazionalismo è l’antitesi dell’Europa, la separazione significa solo nuovi muri.”.

Le ultime novità, a seguito del discorso tenuto al Congresso dal premier spagnolo, sono giunte subito dopo le 12.30 di oggi. Il premier Mariano Rajoy ha riaffermato di aver fatto una richiesta formale al presidente catalano Carles Puigdemont affinché confermi, senza alcuna titubanza o dietrofront, se effettivamente abbia dichiarato l’indipendenza della regione.

Richiesta fondamentale, quanto ovviamente sarà la risposta ricevuta, per sapere se il governo spagnolo dovrà mettere in atto le procedure previste dall’articolo 155. Se tali procedure venissero avviate, è prevista non la sospensione totale dell’autonomia regionale, ma l’assunzione da parte del Governo centrale di alcune delle sue competenze, previo l’assenso del Senato che allungherebbe quindi i tempi, nonché di tutte le misure necessarie per far sì che la regione rispetti la legge.