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Catania: "I bambini della nave Diciotti sono 27 scheletrini"

Bambini come scheletri nella nave diciotti

Allarmanti le dichiarazioni di Save the children sulla situazione dei bambini sbarcati a Catania: "Hanno subito violenze fisiche e psicologiche".

I bambini presenti nella nave Diciotti, attraccata lunedì 20 nel porto di Catania, sono denutriti secondo i volontari che hanno operato i soccorsi. “Abbiamo raccolto 27 scheletrini” Save the Children denuncia il Governo, “perché così tanto odio contro dei bambini?”. Secondo la denuncia della Ong i profughi minori sarebbero debilitati con “ferite da lager”.

Le gambe del più magro dei bambini sarebbe grande come il polso di uno dei soccorritori, questa l’inquietante dichiarazione di Save the Children.

I bambini della nave Diciotti

27 sono i bambini migranti che dopo il via libera su Facebook di Salvini sono entrati nel territorio italiano, “nonostante il sostegno della Guardia Costiera, molti sono fortemente deprivati, rimasti anche 3 anni nei centri libici, al buio per mesi, con segni di arma da fuoco” questo ha commento del portavoce di Save the Children Giovanna Di Benedetto.

L’intervista a Nathalie Leiba

La psicologa di Medici senza frontiera ha pubblicato il 23 agosto un’intervista sullo svolgimento delle operazioni di accoglienza dei minori nel porto di Catania:

“Di notte sono stata al porto di Catania per prestare un primo soccorso psicologico ai minorenni che sono sbarcati dalla nave Diciotti, ho trovato i ragazzi molto stanchi, esausti, erano anche confusi, avevano capito che a bordo c’era stato un problema e per questo non sbarcavano ma non avevano capito esattamente di cosa si trattasse.

I ragazzi erano eritrei, tra di loro c’erano dei casi particolari, molto vulnerabili; ci hanno raccontato le loro storie e quello che avevano passato in Libia, la maggior parte di loro hanno raccontato di periodi di detenzione molto lunghi, superiori ad un anno in cui hanno subito violenze fisiche e maltrattamenti.

In particolare, ci sono due minori che mi sono rimaste particolarmente impresse: c’era uno che non riusciva a vedere bene, aveva le pupille molto dilatate e mi ha spiegato che è stato 1 anno detenuto al buio subendo vessazioni e torture mentre i libici lo costringevano a telefonare alla famiglia in cambio di denaro.

Un altro ragazzo invece è stato ferito alla spalla e mentre i trafficanti stavano litigando per chi avrebbe dovuto rapire questo gruppo del quale lui faceva parte e gli hanno sparato quando lui aveva 15 anni, adesso aveva un dolore alla spalla.

Tutti i ragazzi hanno espresso preoccupazione per gli amici rimasti a bordo, sicuramente mantenere le persone per molto tempo su una nave in condizioni di incertezza: minori, adulti, donne, persone che hanno vissuto già difficili non è una procedura adeguata.”