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Charles Manson: l'omicida seriale sarebbe in fin di vita secondo i media USA

Charles Manson

Charles Manson sarebbe in ospedale in fin di vita secondo i media USA. Lui e i suoi accoliti furono gli l'autore di una scia di sangue negli anni '70.

Era il terrore nero degli Stati Uniti, il concentrato di ogni malvagità. Charles Manson, considerato da molti una strana sorta di antiCristo. Il fondatore della “Manson’s Family” è in carcere dagli anni ’70. Sia lui che i suoi accoliti sono stati arrestati dopo una tremenda e sanguinaria serie di omicidi brutali. Omicidi che scossero profondamente l’opinione pubblica statunitense. Fortunatamente furono solo due. Il più famoso è quello di Sharon Tate, moglie del regista polacco Roman Polanski, che venne massacrata in casa. Insieme a lei, morirono l’impreditore Leno Labianca, la moglie di Labianca e altri amici. La Tate era in cinta all’ottavo mese. Era il 1969. Un particolare tremendamente macabro che distrusse la serenità americana e la proiettò nel terrore. Adesso, all’età di 83, sembra essere in fin di vita.

Charles Manson dopo il ’69

Poco dopo gli omicidi Manson e i suoi accoliti vennero arrestati. Da allora in poi ha sempre vissuto in carcere. Protagonista mediatico e dei talk show d’opinione, da allora si è trasformato in fenomeno sociale. Con lui per la prima volta veniva alla luce una nuova e inquietante sfumatura delle sette e dei culti nati nell’onda del new-age. Charles Manson aveva infatti sfruttato l’atmosfera della cultura hippy e l’aveva piegata a suo vantaggio. I suoi affiliati, discepoli se vogliamo, raccontavano di come lui fosse un potente e abile manipolatore. Alcuni non hanno mai messo in dubbio il suo potere, né la loro fedeltà a capo-famiglia. La sua setta divenne oggetto di studio: si rivelò un miscuglio di fascinazione psicologica esercitata attraverso il sesso e l’uso di sostanza psicotrope e allucinogene. Queste potevano essere sia naturali che di natura sintetica, come lo LSD. Alcuni studiosi definiranno il fenomeno come Acid Fascism.

Per anni Manson ha goduto anche dal carcere di una certa indiscussa e temibile fama. Centinaia le lettere di ammiratrici e ammiratori. Un paio di anni fa gli venne addirittura permesso di convolare a nozze con una giovane ammiratrice ventiseienne. Adesso dopo una lunga malattia, iniziata col ricovero in ospedale questo Gennaio a causa di una emorragia interna intestinale, sembra che stia per concludersi l’oscura parabola di questo discusso uomo. Il mandate degli omicidi (gli esecutori sono stati i suoi adepti) sta per morire finalmente.

Manson nella cultura popolare

La fama e il riferimento a Charles Manson non si sono mai spenti del tutto dal giorno del suo arresto. La sua fama si è a lungo proiettata come un’ombra nella cultura popolare americana. Parecchi gli emulatori che hanno tentato una simile ascesa e che hanno costituito sette e culti pericolosi. Esperienze che spesso si sono concluse in tremendi massacri, come Jim Jones e il Massacro di Jonestown, in Guyana, o il movimento dei Davidiani e il massacro di Waco, in Texas.

Un tributo a lui non è mancato sulla scena musicale. Brian Hugh Warner, in arte Marilyn Manson, ha scelto parte del nome prendendolo proprio da lui. Ha spiegato che l’insieme dei due nomi rappresentano il bene (“marilyn”, da Marilyn Monroe) e il male presenti nella odierna società americana. Neanche Polanski è esente dalla lista: dopo l’omicidio, la tematica del diavolo e del diabolico rimase oggetto quasi costante nella sua poetica cinematografica. Basti ricordare Rosemary’s Baby del 1968 (anche se precedente all’omicidio) e La Nona Porta del 1999. Recentemente anche la serie tv American Horror Story ha dedicato l’ultima serie, dove il protagonista ha un chiaro rimando a Manson.