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Chiara Ferragni e la 'politica' dei vestiti regalati: ecco cosa accadeva nel suo ufficio

Chiara Ferragni vestiti regalati

Chiara Ferragni e la 'politica' dei vestiti regalati: Selvaggia Lucarelli svela cosa accadeva nel suo ufficio.

Prima che scoppiasse il pandoro gate, Chiara Ferragni era super richiesta e trattata alla stregua di una dea. Adesso le cose sono cambiate, ma grazie a Selvaggia Lucarelli sappiamo come funzionava la ‘politica’ dei vestiti regalati.

Chiara Ferragni e la ‘politica’ dei vestiti regalati

Nel suo libro Il vaso di Pandoro, Selvaggia Lucarelli ha parlato anche della ‘politica’ dei vestiti regalati e di come Chiara Ferragni selezionava i capi da sfoggiare e, quindi, sponsorizzare. La giornalista ha intervistato un paio di ex dipendenti dell’imprenditrice e ha scoperto che in ufficio c’era una stanza dedicata agli abiti non graditi.

I dettagli svelati da Selvaggia Lucarelli

Prima che scoppiasse il pandoro gate, Chiara riceveva giornalmente capi e accessori in ufficio, “tantissimi al giorno, dal beauty ai vestiti agli accessori“. La Ferragni, però, si presentava poco in azienda, motivo per cui i prodotti le venivano mostrati su WhatsApp: “Dall’ufficio le vengono mandate le foto, lei dice quello che le piace o non le piace“. Gli abiti che passavano il suo esame le venivano spediti a casa, mentre gli altri posizionati in una stanza dedicata.

Vestiti regalati: che fine facevano quelli che non piacevano a Chiara Ferragni?

I vestiti regalati che non piacevano a Chiara “finivano in una grande riffa, un’estrazione a sorte fra i dipendenti a Natale”, oppure divisi, di tanto in tanto, tra le ragazze che lavoravano in azienda. Parliamo di brand di ogni tipo, tranne che Hermes e Chanel: loro “regali non li fanno“. Le ex dipendenti hanno concluso:

“Due volte l’anno c’era lo svuotone dall’ufficio, ovvero i dipendenti potevano entrare nella stanza con la roba accumulata che lei non voleva e potevano scegliere quello che preferivano“.