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Concorso in polizia esclude chi ha “disturbi dell’identità di genere attuali o pregressi”

Il Viminale bandisce un concorso "anomalo"

La ricerca di chi siamo davvero sarebbe una malattia discriminante per il concorso in polizia che esclude chi ha “disturbi dell’identità di genere"

Un concorso in polizia che esclude chi ha “disturbi dell’identità di genere attuali o pregressi”, un candidato nota quelle indicazioni e  di rivolge ad un avvocato che scrive alla ministra Lamorgese. Il sunto lo ha espresso bene Open, scrivendo che secondo i parametri selettivi di quel concorso “la ricerca della propria identità di genere è paragonata ai disturbi mentali”. E l’ultimo bando per entrare nella polizia di Stato con cui il ministero dell’Interno deve arruolare 1381 nuovi agenti farebbe fede in questo senso. 

Concorso in Polizia e “disturbi di identità di genere”

Quel bando è relativo ad un nuovo concorso ed è stato pubblicato il 16 maggio 2022 sul sito del Viminale. E alla voce “disturbi mentali” che il candidato agente non può avere, compaiono alcune diciture. Eccole: “Disturbi dell’identità di genere attuali o pregressi”. E quella “scriminante” è in coda a condizioni patologche di preclusione come “schizofrenia, disturbi dell’umore attuali o pregressi, disturbi dissociativi attuali o pregressi, disturbi d’ansia attuali o pregressi, disturbi somatoformi, disturbi da tic, disturbi della condotta alimentare attuali o pregressi, disturbi sessuali”. 

Il regolamento e l’istanza alla ministra Lamorgese

Il tutto è citato nel regolamento “concernente i requisiti di idoneità fisica, psichica e attitudinale di cui devono essere in possesso i candidati ai concorsi per l’accesso ai ruoli del personale della Polizia di Stato”. Ha detto a La Stampa l’avvocato Gian Maria Mosca, che ha preso in carico le ragioni del candidato: “Sono andato a guardare. Ho fatto gli screenshot dei link, anche a me ha molto colpito. Mi sembra un riferimento sbagliato in un contesto sbagliato. Perché lo pubblicano sui sito del ministero Interno?”. Il legale ha presentato un’istanza alla ministra Luciana Lamorgese e al capo della polizia Lamberto Giannini, chiedendo di revocare la dicitura.