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Coppia ospita un 32enne: lui violenta e uccide la loro bimba

violenta e uccide bimba di 5 anni

Cresce la piaga delle violenze sessuali sui minori in India. Un 32enne ha aggredito e violentato una bimba. Poi si è sbarazzato del cadavere

Cresce drammaticamente la piaga delle violenze sessuali a danno dei più piccoli. Una follia macabra e sporca, che tocca impensabili vertici di malata perversione. In India tale dato si connota come un problema strutturale tristemente intrecciato nel quadro sociale del Paese. La polizia della capitale ha consegnato all’Alta Corte della capitale un rapporto contenente le statistiche relative agli episodi di molestie sessuali denunciati alle autorità. Su New Delhi grava la pessima reputazione di “Rape Capital” del subcontinente indiano.

Si sono registrati ben 1704 casi di violenza sessuale. A rendere ancora più triste questa folle perversione è il fatto che il violentatore, nella maggioranza dei casi, è una persona conosciuta dalla vittima. In 215 casi, il colpevole è stato individuato in un membro di sesso maschile della cerchia famigliare della vittima: il padre, il fratello o il padre adottivo. Allargando il raggio vanno a includersi nella lista dei violentatori anche nonni, zii, cognati, suoceri, cugini, professori, tutori, guru. Per non dimenticare gli amici di famiglia, per ben 642 casi.

La radiografia dei crimini sessuali contro le donne (perpetrato nel territorio indiano) indica la presenza di tale fenomeno nell’ambito domestico e familiare. Il problema è aggravato dal pericolo in agguato nelle strade e rappresentato dalla moltitudine di migranti interni. Quest’ultimi spesso provengono dalle campagne degli stati più poveri, come Bihar o Uttar Pradesh. Giungono nelle grandi città, come Nuova Delhi, per trovare lavoro nei settori dell’edilizia, del trasporto pubblico, dell’ortofrutticolo. Si tratta di un segmento di popolazione tradizionalmente percepita come “di seconda classe”, analfabeta e dai costumi retrogradi, che stride con il tanto acclamato progressismo della classe media. Tutto ciò si verifica in un Paese rigidamente contraddistinto da serrate stratificazioni sociali (sebbene la suddivisione in caste sia abolita da oltre mezzo secolo).

La perversione di Deepak Thakur

Rientra a pieno in questo contesto il caso di Deepak Thakur. Una coppia di genitori lo aveva ospitato in casa loro per oltre un anno da quando era giunto in città dal paese di origine. Era diventato ormai un membro della famiglia, la coppia si fidava ciecamente dell’uomo. Eppure non ha esitato ad aggredire, violentare e poi uccidere la piccola di 5 anni figlia della coppia. Il delitto è stato compiuto nella stessa casa dove gli avevano dato una stanza, tra affetto e tanta gentile ospitalità. Thakur è stato arrestato dalla polizia dopo una breve fuga. Dopo il terribile delitto l’uomo si è sbarazzato del cadavere. In seguito, come se niente fosse, si è recato con in genitori della bimba alla stazione di polizia per denunciarne la scomparsa. L’indomani ha anche aiutato la famiglia nelle ricerche.

Solo quando i corpo della piccola è stato ritrovato in un sacco in una zona nascosta nella casa di suo zio, adiacente a quella di famiglia, gli inquirenti sono riusciti a risalire al 32enne. Nel frattempo l’uomo era scappato nella sua regione di provenienza, sperando di far perdere le proprie tracce. Individuato e catturato, durante l’interrogatorio ha ammesso le sue colpe. Inoltre, ha raccontato i dettagli macabri e inquietanti dello stupro (finito con l’assassinio). “Stavo bevendo, ero ubriaco. Stavo guardando porno sul mio cellulare quando la bimba è entrata in stanza. Ho chiuso la porta, ho spento le luci e l’ho aggredita. Quando ha iniziato a urlare, l’ho soffocata tenendole la bocca e il naso finché non ha perso i sensi“.