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Spagna, legge sul consenso: senza il sì dell'altro è stupro

legge sul consenso

La Spagna introduce la legge sul consenso esplicito. La scelta arriva dopo che i giudici hanno ridotto ad "abuso sessuale" uno stupro di gruppo

Il governo spagnolo vuole modificare la legge sullo stupro. Un importante passo in avanti verso il riconoscimento di una giustizia troppo spesso negata. La norma mira a contrastare e punire qualsiasi atto sessuale a cui non sia stato dato un consenso esplicito. “Se lei dice di no, significa no. E se lei non dice di sì, vuol dire no”. La decisione arriva all’indomani di una sentenza della magistratura, assolutamente fuori da ogni limiti di normalità. Alcuni giudici spagnoli, infatti, hanno attenuato ad “abuso sessuale” uno stupro di gruppo nei confronti di una diciottenne. La ragione dell’assurda sentenza è riscontrabile nel fatto che la giovane donna è rimasta immobile durante l’aggressione. Una legge lungimirante e chiara, affinché tutti si ricordino che le donne non sono merce di soddisfacimento istintivo e animalesco.

La legge sul consenso esplicito

Il governo spagnolo sta per introdurre una legge per contrastare gli stupri. Senza il consenso esplicito al rapporto sessuale da parte del partner si tratta di violenza e come tale dev’essere condannato. Il principio alla base della nuova norma è che “sì” significa “sì”, ma tutto il resto, incluso il silenzio, significa “no”. Un rapporto sessuale senza un consenso esplicito sarà quindi considerato stupro.

“Se una donna non dice espressamente sì, tutto il resto è no”. Ad averlo riferito è la Viceremier spagnola, Carmen Calvo. “È così che la sua autonomia viene preservata, insieme alla sua libertà e al rispetto per la sua persona e la sua sessualità”, ha giustamente commentato.

La proposta di legge si colloca sulla scia di quanto stabilito nella in Svezia e Germania. Il governo spagnolo, infatti, ha deciso di seguire il modello tedesco e svedese, recentemente adottato. Secondo le suddette norme, qualora il consenso non fosse chiaramente espresso, il rapporto sessuale consumato dovrà essere considerato violenza.

La professoressa spagnola Patricia Faraldo Cabana, che ha collaborato alla redazione della legge, ha affermato che la proposta comprende il consenso non solo come qualcosa di verbale ma anche tacito, espresso con il linguaggio del corpo. “Può essere stupro anche se la vittima non resiste”, ha tenuto a sottolineare. “Se è nuda, partecipa attivamente e si diverte, c’è ovviamente il consenso. Se piange, è inerte come una bambola gonfiabile e chiaramente non si sta divertendo, allora non c’è“, ha giustamente puntualizzato. Sembra un discorso elementare quello che sta alla base della nuova legge spagnola. Tuttavia, la piaga degli abusi sessuali e l’incapacità di concretizzare una giustizia conforme alla gravità dell’accaduto hanno fatto sì che venisse proposta una norma più chiara e puntuale, a prova di qualsiasi intelletto.

Stupro di gruppo a una diciottenne

La proposta è arrivata dopo le grandissime proteste seguite a una recente sentenza del tribunale di Pamplona, contro cinque uomini accusati di avere stuprato in gruppo una donna di 18 anni. I fatti risalirebbero a luglio 2016 durante la festa di San Firmino. La ragazza era stata ritrovata sconvolta da una coppia in una strada vicina al luogo in cui è stata perpetrata l’ignobile violenza.

Gli uomini facevano parte di un gruppo WhatsApp chiamato “La Manada”, ovvero “il branco”. Erano stati condannati a nove anni di carcere per abuso sessuale ma non per stupro, perché la donna non si era opposta alla violenza. La Corte spagnola della regione di Navarra aveva escluso l’accusa di stupro, perché nei video dell’aggressione (ripresi da una telecamera di sorveglianza) la ragazza aveva un atteggiamento definito “passivo o neutrale”. Per questo motivo, era stata giudicata dai procuratori una normale reazione di shock, ma la difesa aveva parlato di atteggiamento consenziente.

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I giudici hanno interpretato questo silenzio come consenso e lo stupro di gruppo è stato derubricato a semplice abuso sessuale. La magistratura spagnolo aveva accolto la versione della difesa. A fine giugno quella stessa corte aveva concesso di liberare i cinque uomini su cauzione. La cifra ammontava a seimila euro a testa. Al momento gli uomini sono liberi e in attesa della sentenza d’appello. Tra i cinque aguzzini ci sono un militare e un membro della Guardia Civil, entrambi tornati in servizio. L’identità della ragazza, invece, è rimasta segreta.

La vittima di “La Manada” ha inviato una lettera a una rete televisiva spagnola. “Non tacere, perché se lo fai ti stai lasciando sopraffare. Nessuno dovrebbe passare attraverso questo”, ha detto con forza. “Nessuno dovrebbe rimpiangere di aver bevuto qualcosa, di parlare con la gente a una festa, di tornare a casa da solo o di indossare una minigonna”, ha poi commentato.

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