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Corteo per Cospito, gli anarchici identificati venivano tutti da fuori Torino. Piantedosi: “Grazie alla polizia”

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Gli anarchici del corteo pro Cospito organizzato a Torino identificati dalla polizia venivano tutti da fuori: i dettagli.

Gli anarchici identificati dalle forze dell’ordine durante la loro partecipazione al corteo in favore di Alfredo Cospitoprovenivano tutti da fuori Torino. Le forze dell’ordine stanno continuando a indagare al fine di individuare i responsabili dei danneggiamenti denunciati nel capoluogo piemontese.

Corteo per Cospito, gli anarchici identificati venivano tutti da fuori Torino

Incendi e devastazioni nel cuore di Torino. Per i fatti di sabato 4 marzo, verranno denunciati 37 anarchici. Tra i soggetti fermati dalla polizia durante gli scontri ci sono anche cinque giovani attivisti che sono stati portati in Questura ma non sono stati arrestati. I manifestanti, tra i quali c’è anche un membro di spessore dell’area anarchica di Trento, provenivano tutti da località esterne a Torino. Molti sono arrivati anche dall’estero, specialmente dalla Francia.

In totale, per quanto accaduto nel capoluogo piemontese, sono state identificate o riconosciute tra i partecipanti ai disordini 350 persone. A seguito delle agitazioni, gli investigatori della Digos e della polizia scientifica stanno indagando ed esaminando i filmati registrati dalle telecamere di sicurezza posizionate lungo il percorso dei protestanti. Molte immagini potrebbero consentire l’individuazione dei responsabili dei danneggiamenti perpetrati ai danni di auto e negozi.

Particolare attenzione è data ai video che documentano l’attacco alla filiale dell’Intesa Sanpaolo di piazza della Repubblica.

Durante la manifestazione degli anarchici – arrivati a Torino da Caserta, Avellino, Imperia, Bologna, Milano, Pesaro, Trento, Taranto, Francia, Spagna, Grecia e Germania – un poliziotto e una poliziotta sono rimasti feriti in modo lieve dopo essere stati colpiti da una bomba carta alla gamba e da una bottiglia di vetro alla mano.

Piantedosi: “Grazie alla polizia”

“Ringrazio tutto il personale delle forze di polizia impegnato ieri a Torino per una manifestazione dei movimenti anarchici ed esprimo la mia vicinanza e solidarietà agli agenti rimasti feriti negli scontri”. A dichiararlo è stato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Il titolare del Viminale, poi, ha lodato “la grande capacità degli operatori che hanno saputo gestire con equilibrio e professionalità i momenti di tensione”.

Differente, invece, la posizione del segretario generale del sindacato Fsp Polizia di Stato, Valter Mazzetti. “Ancora poliziotti feriti per il servizio e una città violentata e devastata dalla furia di criminali senza scrupoli che operano programmando le proprie scorrerie. Terroristi di piazza contro i quali si opera ad armi spuntate, con servitori dello Stato costretti a subire violenze di ogni genere, nel silenzio assordante di chi si autoproclama paladino dei diritti di tutti i lavoratori. Una collega della scientifica ferita e un poliziotto del Reparto mobile di Milano preso in pieno da una bomba carta che ha dovuto essere ricoverato sono l’ennesima infamia di delinquenti che si accaniscono contro chi svolge il proprio lavoro”, ha tuonato Mazzetti.

Corteo degli anarchici a Torino, le condizioni del leader Cospito

Intanto, sembrano essere sempre più gravi le condizioni di salute del leader anarchico Alfredo Cospito. “Per la prima volta l’ho visto molto stanco”, ha detto il medico di fiducia Andrea Crosignani. “Ha un’atrofia muscolare marcatissima. La situazione si sta deteriorando rapidamente, anche se la ripresa dell’assunzione dello zucchero la rende un po’ meno drammatica – e ha aggiunto –. È arrivato da solo al colloquio con l’avvocato camminando sulle sue gambe ma si è seduto sul lettino ed era veramente affaticato”.

Cospito è al suo 136esimo giorno di sciopero della fame ed è rientrato nel carcere di massima sicurezza situato alla periferia di Milano lo scorso lunedì 27 febbraio, dopo aver trascorso un periodo di osservazione presso l’ospedale San Paolo.