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Covid, +82% tentati suicidi tra ragazzi per stress da pandemia

Aumento massiccio dei suicidi fra giovani per il covid

Un convegno recentemente conclusosi a Cagliari ha esposto dati parziali ma terribili: Covid, +82% tentati suicidi tra ragazzi per stress da pandemia

Il Covid e quel che il virus ha fatto alla psiche degli italiani, sono stati incrementati e sono arrivati ad un inqietante +82% i tentati suicidi tra ragazzi per stress da pandemia. Sarebbero nove milioni i bambini e gli adolescenti che hanno visto le loro vite cambiare durante l’attacco del coronavirus al punto tale da vedere le proprie barriere di resilienza messe in discussione. Lo dimostrerebbero i dati degli accessi al pronto soccorso e ai servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza. E sono dati terrificanti, a volerli leggere con attenzione: si registra un aumento dell’84% rispetto al periodo precedente al Covid ed è stato censito invece un calo del 48% di accessi per altri disturbi. 

Covid e tentati suicidi tra ragazzi

Se ne è parlato al convegno congiunto Sinpia (si tratta della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) e Sinpf (si tratta della Società di NeuroPsicoFarmacologia) dal titolo: “Psicofarmacologia clinica in età evolutiva: efficacia, sicurezza e implicazioni nelle successive età della vita” che si è concluso a Cagliari. E non è finita: fin dai primi mesi del 2020 le quotidiane richieste di visite urgenti per psicopatologia grave si sono quintuplicate. Lo studio di riferimento è in itinere ma già censisce oltre tremila accessi al pronto soccorso per motivi psichiatrici nel 2021, rispetto a 2191 nel 2019, di cui 839 per autolesionismo e ideazione/comportamento suicidario, con un aumento dei tentativi di suicidio dell’82% e dell’ideazione suicidaria sino al 200%. Attenzione: il disagio mentale e le esacerbazioni delle reazioni ad esso non sono una novità, il Covid però ha incentivato quella nicchia sanitaria. 

L’analisi del professor Zuddas del Sinpia

Su Fanpage ha spiegato Alessandro Zuddas, Vicepresidente SINPIA e professore di Neuropsichiatria dell’Infanzia e Adolescenza all’Università di Cagliari: “La pandemia non solo ha aumentato i casi di disagio psico-emotivo nei giovani ma ha anche raddoppiato gli accessi di pazienti presso centri e ospedali specializzati. In mancanza di un adeguato supporto sociale o sanitario, dall’insegnante ed altri adulti di riferimento extra-familare e dalla drammatica diminuzione dell’interazione diretta con amici e compagni, sono esplosi in manifestazioni serie e con esse anche la prescrizione di farmaci”. E ancora: “In relazione a quest’ultimo aspetto sono emerse diverse criticità: ad esempio le scelte prescrittive incongrue, orientate a antidepressivi o antipsicotici efficaci e sicuri negli adulti, molto meno nei bambini e ragazzi. Oggi invece disponiamo anche per i giovani di un importante armamentario terapeutico, di sicura efficacia come dimostrano dati di letteratura. Da qui la necessità di (in)formazione fra la classe medica e la popolazione, genitori e ragazzi”.