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Covid: riaperti 360mila bar e ristoranti al chiuso

ristorante cinese

Si tratta di difendere la prima ricchezza del Paese con la filiera agroalimentare nazionale che vale 538 miliardi pari al 25% del Pil nazionale

Hanno riaperto per il servizio al bancone e al tavolo al chiuso circa 360mila bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi lungo tutta la Penisola con l’offerta di posti a sedere che è più che triplicata per accogliere residenti e turisti in arrivo per l’estate. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti delle riaperture dal primo giugno. Ad avvantaggiarsi sono soprattutto gli esercizi situati nei centri urbani stretti tra traffico ed asfalto che potranno aumentare notevolmente i coperti e quindi gli incassi anche se rimane ancora per qualche settimana il limite del coprifuoco, fatta eccezione per le zone bianche. Una boccata di ossigeno per la filiera della ristorazione che è stata la più colpita dalle misure adottate per combattere la pandemia con una perdita tra limitazioni e chiusure a singhiozzo stimata in 41 miliardi nell’anno del Covid. A beneficiarne è a cascata l’intero sistema della agroalimentare con ben oltre un milione di chili di vino e cibi invenduti. Il via libera alla ristorazione all’interno dei locali aumenta l’ospitalità anche per sostenere il turismo nazionale e straniero con l’arrivo del green pass. 1/3 del budget delle vacanze in Italia secondo la Coldiretti viene infatti destinato all’alimentazione che rappresenta il vero valore aggiunto della vacanza Made in Italy. Complessivamente nell’attività di ristorazione sono coinvolte 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro. Si tratta di difendere la prima ricchezza del Paese con la filiera agroalimentare nazionale che vale 538 miliardi pari al 25% del Pil nazionale ma è anche una realtà da primato per qualità, sicurezza e biodiversità a livello internazionale.

Confesercenti: col consumo nei locali per le imprese possibile recupero di 47 miliardi

Nei prossimi sette mesi, bar e ristoranti a pieno regime possono triplicare i ricavi rispetto a inizio 2021 e dare una spinta decisiva per la ripresa dei consumi. Un recupero di 47 miliardi di spesa. È quanto può valere la possibilità di consumare all’interno di bar e ristoranti, al via da oggi. Nei prossimi sette mesi le imprese del settore potranno triplicare i ricavi rispetto al periodo gennaio – maggio. La stima arriva dall’Ufficio Economico Confesercenti che prevede una riduzione delle perdite per le imprese della somministrazione fino a -24% rispetto al 2019, dopo un 2020 disastroso che si è chiuso con un calo del -40%. Da bar e ristoranti con attività a pieno regime una spinta decisiva per la ripresa dei consumi. “Registriamo una grande voglia degli italiani di ritornare alle proprie abitudini. Si riprende ad uscire e a viaggiare, e questo è un toccasana per l’economia e per imprese come bar, pub, pizzerie, ristoranti e pubblici esercizi che hanno vissuto un periodo di crisi che sembrava interminabile”, il commento di Giancarlo Banchieri, presidente di FIEPET Confesercenti.

Anche gli stranieri torneranno a spendere in Italia in questa seconda parte del 2021, anche se in tono decisamente minore. Confesercenti stima un recupero di spesa pari a 2 miliardi di euro, cifra comunque ben lontana dai 9 miliardi spesi dai viaggiatori stranieri nel 2019. “Le imprese non riusciranno a tornare ai livelli pre-crisi e a recuperare quanto perso, soprattutto nelle grandi città e a causa dell’assenza di turismo internazionale, ma il ritorno al consumo all’interno dei locali è un buon segnale di ripartenza”. Resta aperta anche la questione lavoro. “Altra difficoltà da non sottovalutare per gli imprenditori è la carenza di personale. Molti dipendenti, personale già professionalizzato e quindi difficile da sostituire, non hanno potuto sopportare un periodo così lungo di cassa integrazione e hanno ‘cambiato mestiere’. Senza figure fondamentali per il buon funzionamento delle attività come cuochi, camerieri e banconisti, sarà difficile cogliere a pieno le opportunità della ripresa”, conclude il presidente Banchieri.