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Spray contro bimbo di colore "Ti facciamo diventare bianco"

Bari, bambino nero aggredito: Ti facciamo diventare bianco

A Bari, un gruppo di ragazzi ha spruzzato uno spray contro un bambino di colore di 8 anni: "Sei nero, adesso ti facciamo diventare bianco".

Aggressione razzista in provincia di Bari. La vittima è un bambino di colore di otto anni, che si è sentito rivolgere queste parole da un gruppo di ragazzini che considerava amici: “Sei nero, adesso ti facciamo diventare bianco“. È accaduto mentre il bambino si stava recando dal professore che lo segue nel doposcuola. Sul tragitto ha incontrato dei ragazzi più grandi di lui che imbrattavano le macchine parcheggiate con dello spray. Quando ha cercato di convincerli a smettere, hanno rivolto le bombolette contro di lui.

Bari, aggressione razzista contro bambino

Il bambino è figlio di madre italiana e padre ivoriano. Dopo l’aggressione è corso dalla madre e le ha raccontato l’accaduto: “Era spaventatissimo, lo hanno anche rincorso dicendogli che ‘bianco è meglio che nero‘. Si è calmato dopo ore e tende a giustificarli”. Per lei non si è trattato di un atto di bullismo e non intende denunciare. Ma non vuole che lei e il figlio siano lasciati soli: “Non ho fatto nulla, ho un’attività professionale e devo tutelare me e mio figlio. Volevo fare una sensibilizzazione attraverso i social, ma sappiamo che cosa accade con insulti e parolacce. Ho lasciato stare, meglio una sensibilizzazione”.

La loro famiglia, racconta, è un esempio di integrazione: “Nonostante io e suo padre siamo separati, siamo riusciti a fare arrivare in Italia anche le sorelle, avute da un precedente matrimonio in Costa d’Avorio, con un ricongiungimento familiare. L’ho fatto volentieri perché nel loro Paese non stavano affatto bene. Antonio è sempre molto felice di incontrarle, anche se ora non vivono più in Italia”. Ma non è la norma, continua, e anche il figlio risente del clima di intolleranza: “Alla sua età mi fa domande quando in televisione vede le storie di migranti e le parole d’odio contro di loro”.

Le prime aggressioni

Non si tratta del primo episodio di razzismo di cui il bambino ha fatto esperienza. Il primo risale a quando aveva solo sei anni. “Mio figlio ha i capelli molto ricci. E in prima elementare questa sua particolarità induceva i suoi amichetti a tagliare i ciuffetti dei suoi capelli”, racconta la madre. “Tornava a casa, spesso, con questi spazi vuoti in testa. Lui l’ha sempre preso come un gioco. Ma quando ho visto che la cosa diventava frequente, ne ho parlato con la maestra e la risposta che ho avuto è stata sconfortante: ‘Ne ha tanti di capelli, gli ricresceranno‘. Allora ho capito che sarebbe stato meglio fargli cambiare scuola. E così è stato: a convincermi è stato mio figlio, che a un certo punto mi ha esplicitamente detto che non voleva più andare a scuola in quell’istituto. Così l’ho iscritto a un’altra scuola in un altro paese. Adesso va molto meglio”.