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E' morto Stan Lee, il papà dei supereroi Marvel

Stan Lee

SpiderMan e X-Men i suoi personaggi più celebri. Il fumettista aveva 95 anni

Il fumettista che ha inventato Spiderman, Hulk e gli X-Men facendo la fortuna della Marvel Comic se n’è andato alla veneranda età di 95. Stan Lee, pseudonimo di Stanley Martin Lieber, è nato a New York nel 1922, da immigrati ebrei di origine rumena. Dopo un’infanzia difficile e vissuta di stenti, Stan svolge vari lavori per mantenersi e riuscire a diplomarsi. Grazie all’aiuto di uno zio, nel 1939, inizia a lavorare per la Timely Comics. In azienda si limita a fare le fotocopie, portare il pranzo ai redattori e svolge altre mansioni di poco conto finché nel 1941, all’età di 19 anni, firma con lo pseudonimo Stan Lee i riempitivi per “Capitan America sventa la vendetta del traditore” in “Captain America Comics” numero 3. E così fino al successo degli anni Sessanta. Ha fatto la storia della fumettistica mondiale. Lascia un ricordo speciale della sua allegria, della sua unica creatività e del suo sorriso contagioso. Nel 2015 pubblica il graphic novel “La stupefacente, incredibile, fantastica vita di Stan Lee”, in cui racconta tutta la sua vita. Nel 2018, a causa delle precarie condizioni di salute, all’età di 95 anni, viene annunciato il ritiro dalla vita pubblica. Il decesso è avvenuto nella giornata di lunedì 12 novembre 2018.

Il successo di Stan Lee

Dopo avere preso parte alla Seconda Guerra Mondiale come membro dell’esercito americano, torna a lavorare ai fumetti. Insieme con il disegnatore Jack Kirby dà alla luce i Fantastici Quattro, le cui vicende vengono pubblicate per la prima volta all’inizio degli anni Sessanta, ottenendo un successo eccezionale. Nel 1962 è la volta di Hulk e di Thor, seguiti un anno più tardi da Iron Man e dagli X-Men. Nel frattempo, Stan Lee si dedica anche alla reinterpretazione e alla rielaborazione di diversi super eroi nati dalla mente di altri autori, come Capitan America e Namor.

Con Lee nasce “lo stile Marvel” fatto di personaggi dotati di grandi poteri, ma anche di grandi responsabilità. Non più supereroi invincibili, ma persone comuni (come Peter Parker) che vivono le ansie e i problemi di tutti i giorni e che hanno ricevuto i loro poteri involontariamente. Caratterizza ognuno dei personaggi su cui lavora di un’umanità sofferta. In tal modo il supereroe non è più un protagonista superiore a chiunque e privo di problemi. Anzi, è sua volta connotato di tanti difetti degli uomini comuni, dalla malinconia alla rabbia, passando per le centinaia delle sfaccettature che vi stanno in mezzo.

Sono storie dove si toccano con la dovuta delicatezza anche temi come il razzismo e la problematica dell’uso di droghe. È il 1971 quando il ministero dell’Educazione e Salute gli chiede di ideare una storia che parlasse del problema dell’abuso di sostanze stupefacenti. Lee si trovò a scontraesi con la CCA. Infatti, stando a quanto dichiarato nel regolamento, non era un tema trattabile nei fumetti. Lee, però, da direttore editoriale, convince il suo capo Martin Goodman a pubblicare la storia su Amazing Spider-Man n. 96 anche senza il marchio della Comics Code Authority.