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Roma, maltrattamenti su bambini: maestre d'asilo licenziate

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Cinque insegnanti di un asilo nido di Roma sono state licenziate. A loro carico l'accusa di maltrattamenti sui bambini.

Due maestre sono state licenziate “senza preavviso”. E’ quello che è accaduto a cinque insegnanti comunali. Tutte lavoravano all’asilo nido Papero Giallo, nella periferia sud di Roma. Da settembre erano indagate per maltrattamenti pluriaggravati nei confronti dei loro alunni, tutti bambini tra i 19 e i 32 mesi. Stando alle ricostruzioni degli investigatori, le maestre li avrebbero “trascinati per i capelli”, schiaffeggiati e “rinchiusi per ore in una stanza” al buio. Ad incastrarle, le immagini delle telecamere nascoste nelle aule.

Licenziate in tronco

I gravissimi fatti accaduti hanno convinto il Comune a chiudere il procedimento disciplinare il prima possibile. Le lettere di licenziamento, che sono state recapitate, evidenziano i comportamenti “diseducativi, improntati all’aggressività fisica e alla scurrilità verbale”. Si tratta di atteggiamenti “contrari ai principi educativi che devono essere attuati negli asili nido e anche alle leggi che regolano i rapporti di lavoro all’interno della pubblica amministrazione”, si legge in una delle missive dell’ufficio disciplinare del Campidoglio.

“Chi tocca i bambini va punito – hanno commentato le colleghe – Il comune ha fatto bene, per noi questa storia è stata un danno, alcuni alunni hanno cambiato asilo. Ora andiamo avanti”.

Le indagini

I carabinieri hanno dato avvio alle indagini a seguito della denuncia di 4 genitori insospettiti dai comportamenti dei figli. “Non volevano più andare a scuola, mimavano i gesti delle percosse” hanno raccontato agli inquirenti. Le telecamere hanno ripreso le insegnanti mentre urlavano e strattonavano i bambini.

Le immagini più brutali risalgono all’8 giugno 2018. Due bambini sono stati trascinati in una stanza vuota e senza luci dove sono rimasti segregati per più di un’ora. I piccoli piangevano e l’insegnante li prendeva a schiaffi. Un’altra li intimava di rimanere con la maglietta alzata fin sopra l’ombelico, così che il giorno dopo, ammalati, rimanessero a casa.