A Milano, domenica 6 gennaio un uomo salvadoregno di 29 anni ha preso a cinghiate la compagna 21enne incinta di tre mesi, il padre e la madre, ed è stato arrestato dopo che i genitori hanno allertato le forze dell’ordine. L’uomo non sarebbe nuovo a scatti di violenza come questo, come riferiscono i genitori.
Milano, terribile episodio di violenza domestica
Quando ha finito di massacrare tutti si è rinchiuso dentro la sua stanza. Solo a quel punto i suoi familiari, malconci, sono riusciti a scappare per chiedere aiuto alla vicina di casa e chiamare i carabinieri e il 118. Dopo una lite con la propria compagna ecuadoregna incinta di 3 mesi, un ragazzo originario di El Salvador di 29 anni ha picchiato a sangue prima la compagna, 21enne e poi il padre, intervenuto per difendere la nuora, e la madre. Sono intervenuti per l’arresto dell’uomo i militari del Nucleo Radiomobile, con un mandato per maltrattamenti in famiglia.
A ricostruire quei minuti terribili, avvenuti domenica 6 gennaio, sono state le vittime stesse. La prima a finire sotto i pugni e i calci del 29enne sarebbe stata la giovane compagna, con cui l’uomo ha già un figlio, e la quale è in attesa del secondogenito. Il raptus avrebbe avuto inizio per futili motivi. Poi è stato il turno del padre dell’uomo. Dopo averlo colpito con la cintura sulla schiena e sulla spalla, gli ha sferrato un fortissimo pugno in testa. Ed ecco che, non contento, si è scagliato anche contro sua madre.
Arrestato l’uomo, il bambino sta bene
Il 29enne era un pregiudicato sotto libertà vigilata. Un altro episodio violento sarebbe avvenuto a novembre, quando la donna era stata picchiata dal compagno in mezzo alla strada. Ma senza denunciarlo. Questa volta la querela è arrivata.
Finiti quei minuti di violenza del 6 gennaio, la 21enne è stata trasportata all’ospedale Sacco in codice giallo. Il bambino nel suo grembo non è in pericolo di vita. Il padre dell’uomo in stato di fermo è stato portato al Fatebenefratelli in codice verde. Lui e la moglie hanno raccontato che il figlio non è nuovo a scatti di ira incontrollata come quest’ultimo. Ora il salvadoregno è rinchiuso a San Vittore.