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Scosse di terremoto nelle Marche: continua lo sciame sismico

Scosse di terremoto nelle Marche

Nuove scosse di terremoto sono state registrate nelle Marche. Quella più forte, di magnitudo 2.4, è stata localizzata a Caldarola.

Nuove scosse di terremoto sono state registrate nelle Marche. Quella più forte, di magnitudo 2.4, è stata segnalata alle 9 del 23 gennaio, nella zona di Caldarola. Nella stessa giornata, alle ore 23.22, i sismografi hanno rivelato una scossa di magnitudo 2.1 ad Arquata. Altre ore 12.08 del 24 gennaio, la terra è tornata a tremare: nella zona è stato registrato un nuovo sisma di magnitudo 2.1.

Il 15 gennaio, una scossa di magnitudo 4.6 è stata localizzata a 11 chilometri da Ravenna. Il sisma è stato avvertito anche nella provincia di Bologna, nelle Marche e in Veneto.

Arquata, la protesta dei sopravvissuti al terremoto

A più di due anni dal terribile terremoto del centro Italia che distrusse, tra gli altri, anche il comune di Arquata, i cittadini insorgono contro la richiesta di accertamento Imu per gli anni dal 2011 al 2013. “Ci chiedono di pagare per case che non esistono più e che sono state le tombe dei nostri cari”, dichiarano gli abitanti del comune marchigiano. Secondo la legge, in caso di insufficiente o omesso versamento della tassa, il comune può far pervenire la notifica ai cittadini entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui il suddetto pagamento doveva essere versato. Nel caso di Arquata, l’avviso è arrivato con tre anni di ritardo. Questo a causa della sospensione di tasse e contributi fino al 16 gennaio, come previsto dal decreto emanato il 29 maggio.

Ersilia Rendina, una delle sopravvissute al sisma, racconta al Resto del Carlino: “Mi hanno chiesto il pagamento per una casa che io e mio marito, venuto a mancare con il terremoto, avevamo a Capodacqua. Non ci avevamo mai abitato, perché era stata appena costruita. Pagavamo già l’Imu, ma adesso ci è arrivato l’avviso e pare che sia stata calcolata un’altra aliquota. Risultano infatti 600 euro totali non pagati, che io non pagherò. Il sisma mi ha tolto tutto e non ho intenzione di versare un soldo per case che sono state le tombe dei nostri cari“. Analoga l’esperienza di un’altra cittadina: “A me hanno richiesto di pagare per una legnaia a Pescara che non esiste più, così come tutto il resto del paese. Oltre a rinnovare il dolore, si fanno beffa di noi. Non voglio pagare nulla finché non verranno ricostruite le case”.