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Francia, arrestato 20enne: è un killer dell'uomo carbonizzato a Milano

Milano

Un altro cittadino colombiano di 20 anni è stato bloccato dalla polizia criminale francese su mandato d'arresto europeo

Fermati dalla polizia nell’ambito nell’indagine sul corpo smembrato e dato alle fiamme che nella serata di sabato 30 marzo è stato trovato in via Cascina dei Preti, nel quartiere Bovisasca, a Milano. Come riferito da Il Giorno, si tratterebbe di due colombiani di 32 e 21 anni. L’indomani, martedì 2 aprile, hanno fermato un terzo uomo, un 20enne anch’egli proveniente dalla Colombia. L’arresto è arrivato nel tardo pomeriggio nei pressi dell’aeroporto di Orly, a sud di Parigi.

A bloccarlo la polizia criminale francese. Per l’omicidio avvenuto nel capoluogo lombardo, il gip su richiesta del pm Paolo Storari ha emesso un mandato d’arresto europeo. Stando a quanto riferito da MilanoToday, graverebbero su di lui diversi capi di imputazione: omicidio, vilipendio, distruzione e soppressione di cadavere.

Fermati due colombiani

Contro il 32enne formulata l’accusa di omicidio aggravato dalla crudeltà. Sul 21enne, anch’egli fermato lunedì 1 aprile, grava l’accusa di occultamento, vilipendo e soppressione di cadavere. Appartiene al più anziano la villetta nella quale è stato commesso l’omicidio. Poco lontano, ritrovati i resti carbonizzati della vittima. I pm non hanno ancora sentito i due fermati e non hanno confessato l’accaduto.

Il 32enne, con precedenti per furto, è considerato l’autore materiale. L’uomo si trova in Italia da molti anni con un regolare permesso. Il più giovane era in Italia da poco con un visto turistico. Il 21enne è stato fermato a Malpensa, pronto a prendere un volo per Madrid. Aveva già superato i controlli e quando la polizia lo ha fermato era sul punto di imbarcarsi sull’aereo che “avrebbe preso il volo nel giro di 5 o 6 minuti”. Così ha riportato il capo della Mobile milanese, Lorenzo Bucossi, che ha condotto le indagini. Nello scalo hanno bloccato il volo, anche perché il suo bagaglio era già stato caricato in stiva ricorda Il Giorno.

Nell’abitazione era stata organizzata una festa. In quell’occasione sarebbe scaturita una lite “per motivi futili e pregressi risalenti alla loro vita precedente in Colombia”, aggravata dall’uso di alcool, sfociata infine nel terribile gesto, riporta ancora Il Giorno. Tuttavia, titolari del fascicolo avrebbero lasciato intendere che i dissapori tra la vittima e i suoi carnefici risalirebbero a vecchie questioni personali avvenute in Colombia, che potrebbe essere anche il paese di origine dell’uomo ucciso e bruciato. Le indagini proseguono, ma si esclude che il delitto sia maturato nell’ambito di pandillas sudamericane, le gang violente e organizzate presenti anche nel territorio italiano e con reti nella terra d’origine o in quello del traffico di droga.

L’identificazione della vittima

Dopo i loro interrogatori, sarà un pollice a rivelare con certezza l’identità della vittima. Si tratta, infatti, dell’unica parte del corpo rimasta integra e sufficiente per risalire a un’impronta digitale, che però non ha trovato corrispondenza con alcun nome presente negli archivi delle segnalazioni di polizia italiana. Gli inquirenti hanno informato che non esiste una banca dati mondiale delle impronte digitali. Gli investigatori sperano di incrociare i dati con informazioni provenienti dall’estero. In questo modo sarebbe possibile risalire all’identità dell’uomo.

Al momento gli inquirenti hanno sentito alcuni testimoni presenti alla grigliata, ma le indicazioni che hanno fornito non basterebbero. Fondamentale anche la testimonianza raccolta la notte stessa e rilasciata da un vicino di casa che avrebbe sentito le urla e poi visto delle persone pulire al di fuori della villetta.

Secondo la ricostruzione fornita dal pm, gli assassini hanno prima accoltellato la vittima alla gola e al petto, poi fatta a pezzi con l’accetta. Dopo lo smembramento hanno riposto il cadavere in un trolley su un carrellino e portato vicino al gabbiotto dei rifiuti. Prima di lasciare la valigia, i killer hanno appiccato un incendio con liquido infiammabile contenuto in una tanica nera, trovata sul posto. Vicino, tra immondizia e masserizie, anche una bombola del gas, che non è esplosa.