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Cuneo, caporalmaggiore degli Alpini arrestato per abusi su 13enne

Caporalmaggiore Alpini arrestato per abusi

L'indagine è stata aperta quando il militare, anni dopo i primi abusi, ha ricontattato la giovane vittima chiedendole delle foto.

Il caporalmaggiore degli Alpini Graziano Battista è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di una bambina di 13 anni. Il militare dovrà inoltre rispondere dell’accusa di diffusione di materiale pedopornografico su Internet. Battista, riporta Fanpage, ha alle spalle una carriera lunga trent’anni nell’esercito, nel Secondo Reggimento Alpini della caserma Vian di Cuneo. Per i reati di cui è accusato, è stato inizialmente destinato al carcere di Biella. Ma, dopo più di quattro mesi nel penitenziario, il suo legale Carmine Boccuni ha chiesto e ottenuto dal Tribunale del Riesame la modifica della sentenza e il trasferimento agli arresti domiciliari.

Militare arrestato per abusi

“Mandami foto dove sei nuda o diffondo le altre di quando eri ragazzina”. Da questo messaggio, inviato su Instagram, sono partite le indagini che hanno portato all’arresto del militare. Gli abusi, in realtà, risalgono a diversi anni prima, ma sono venuti alla luce solo nel momento in cui Battista ha ricontattato la 13enne tramite un profilo anonimo. Un amico della vittima ha denunciato l’episodio alla Squadra Mobile di Cuneo, che è risalita all’uomo che si celava dietro quel messaggio volgare. La ragazzina, dopo un’iniziale titubanza, ha acconsentito a raccontare quanto accaduto a un’agente di polizia e una psicologa. Le prime violenze sono avvenute nel 2015, quando i due si sono conosciuti tramite un’amica comune. Il militare ha iniziato chiedendole foto senza vestiti, per poi passare a veri e propri rapporti, sempre non protetti, sotto minacce e ricatti.

La condanna del ministro Trenta

La notizia dell’arresto di Battista risale al marzo 2019. La sua condotta era stata duramente criticata dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta. “Confermando totale condanna e pieno rigore nel perseguire i comportamenti che violano i principi e i valori su cui si fonda l’istituzione e assicurando la massima collaborazione e trasparenza con gli organi inquirenti, l’Esercito esprime la totale intransigenza, tolleranza zero, nel contrastare tali inammissibili condotte”, si legge in una nota del Ministero.