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Olbia, bimbo autistico fa cadere la maestra: denunciati i genitori

Bimbo autistico fa cadere la maestra

L'insegnante ha ritirato la querela, ma la famiglia ha scelto di andare a processo: "Vogliamo dimostrare di essere bravi genitori".

Una maestra di Olbia ha denunciato i genitori di un suo alunno autistico, colpevole di averla fatta cadere a scuola. Il caso risale al 2014 ed è stato reso noto dalla Nuova Sardegna. All’epoca, il bambino aveva 8 anni e frequentava la terza elementare. Durante una lezione, ha cominciato a correre in aula e la maestra è intervenuta per cercare di trattenerlo, finendo per cadere a terra. L’insegnante, subito visitata dai medici, ha riportato lesioni per una prognosi di quindici giorni e ha sporto denuncia contro i genitori del bimbo..

I genitori: “Vogliamo il processo”

Secondo quanto riportato nel documento di querela, i genitori sono stati accusati dall’educatrice di “non aver impartito al figlio la dovuta educazione al fine di contenere i comportamenti aggressivi verso se stesso e verso gli altri”. La denuncia, arrivata davanti al giudice di pace, è stata poi ritirata dall’insegnante, ma i genitori si sono opposti, scegliendo di arrivare al processo. “Siamo stati accusati di non essere dei buoni genitori e vogliamo dimostrare il contrario“, hanno spiegato ai microfoni del quotidiano sardo. Il tribunale ha fissato la prossima udienza per novembre.

Le parole della madre

“Quando era alla scuola dell’infanzia, mio figlio era definito capriccioso, viziato, esuberante“, ha raccontato la madre del bimbo autistico in un’intervista rilasciata a Redattore sociale nel 2016. “Sono questi gli appellativi che vengono riservati a questi bambini prima della diagnosi. I problemi veri, però, sono cominciati in prima elementare, quando ha iniziato a essere oppositivo e provocatorio. Sollecitata dalle insegnanti, ho subito richiesto la visita alla Asl, ma nel frattempo, visti i tempi lunghi, l’ho portato privatamente da uno psicologo. È iniziato così un percorso con un neuropsichiatra. In terza elementare l’ho trasferito nella scuola in cui lavoro come collaboratrice, nella speranza di avere un confronto più diretto con la dirigente. Ma le cose non sono andate meglio“.