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Stupra una bambina di 11 anni: non andrà in carcere

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La vittima oggi quindicenne: "Potrà continuare a ridermi in faccia. Noi vittime non contiamo niente".

Arriva dalla Sardegna la sconcertante notizia di un processo per stupro ai danni di una undicenne conclusosi con l’annullamento della pena.

Niente carcere per lo stupratore

«Quando in tribunale ha detto che voleva patteggiare la pena, un po’ sono stata contenta. Solo dopo ho capito che grazie al patteggiamento non avrebbe fatto neppure un giorno di prigione, che potrà continuare a ridermi in faccia. La verità è semplice: noi vittime non contiamo niente». Queste le parole della vittima di stupro costretta a vedere il suo carnefice a piede libero. Una notizia sconcertante, quella che arriva dalla Sardegna, dove un processo per violenza sessuale ai danni di una undicenne si è concluso con una sospensione di pena. La ragazza che ora ha quindici anni ed ha partecipato al processo, dichiara amareggiata: ” Ora quando mi incontra mi ride in faccia». Un processo conclusosi con trenta mesi di pena senza misure restrittive nè carcere. Grazie al patteggiamento infatti la pena è scalata da sette anni e sei mesi di carcere a un anno e dieci mesi di domiciliari. L’uomo accusato, ora cinquantunenne, era un amico di famiglia, una persona di cui la piccola Anna si fidava e che chiamava zio. Il giorno della sentenza Anna è rimasta a casa, informata dei fatti da una telefonata della mamma ora si sente sola e abbandonata dalle istituzioni italiane. Ora la madre vuole rivolgersi alla Corte Europea dei diritti dell’uomo anche se, come dichiara l’avvocato Agostinangelo Marras, ribaltare la sentenza sarà dura. Quando la sentenza è frutto di un patteggiamento infatti può essere impugnata solo in caso di vizio di legittimità.