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Sea Watch, cosa rischiano la capitana e l'equipaggio

carola rackete

Il ministro Salvini chiede a gran voce l'arresto di Carola Rackete, ma cosa dice la legge in casi come questo?

All’interno della vastissima questione che riguarda la Sea Watch 3 si è creato un testa a testa che vede protagonista la capitana Carola Rackete e il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Quest’ultimo infatti continua a sostenere che la nave debba essere sequestrata e il suo equipaggio arrestato per aver violato il divieto di ingresso in acque territoriali italiane, mentre dall’altra parta la 31enne è sostenuta dai legali della ong che hanno presentato un esposto alla Procura di Agrigento per verificare eventuali “condotte di rilevanza penale”. Interpellato da Fanpage.it, l’avvocato Luca Masera, professore presso l’Università di Brescia, ha provato ad ipotizzare l’evolversi del caso che vede protagonista la nave ong che ha salvato ormai 15 giorni fa un gruppo di migranti in mare.

Il parere dell’esperto

“La cosa più probabile – ha detto il legale a Fanpage.it – è che si verifichi ciò che è già accaduto in passato. I Paesi europei potrebbero assumersi la responsabilità dell’accoglienza dei migranti al momento sulla nave. Da un punto di vista giuridico, però, c’è anche un’altra possibilità, che è quella dell’intervento della Procura di Agrigento” ha proseguito l’avvocato. In particolare, suddetto intervento, potrebbe avvenire in due differenti direzioni. Da una parte potrebbe esserci un’azione della magistratura contro la Ong con conseguente sequestro della nave. A tal proposito, Masala ha affermato: “Potrebbe essere fatto sulla base dell’articolo 12, quello sul favoreggiamento dell’ingresso irregolare, seguendo quindi lo stesso schema già compiuto in passato”. E’ lo stesso Masera, però, a chiarire anche che la Procura non sembra propendere per questa ipotesi: “Siamo quasi di fronte ad un delirio di Salvini, quando parla di far scendere la capitana in manette e arrestarla dal momento che non ha rispettato le sue indicazioni – ha affermato prima di proseguire -. In uno Stato democratico come il nostro, l’ordine di un ministro non è il valore supremo per cui se non viene rispettato scatta subito l’arresto”.

Non si può arrestare

L’avvocato Masera ha poi proseguito riferendo che probabilmente la violazione del divieto di ingresso è stata configurata agli occhi degli italiani come un reato grave che non è: “Sembra che la violazione del diritto di ingresso rappresenti un reato gravissimo. In realtà configura un reato che è una contravvenzione, punita con l’ammenda o con una pena detentiva molto esigua” afferma. Il legale ha poi parlato anche della possibilità di sbarco per i migranti a bordo: “Una volta entrata nel porto e trovandosi in acque territoriali italiane, la Sea Watch si trova in una situazione diversa rispetto a quando ancora era bloccata in acque internazionali“. Nel caso specifico della Sea Watch, non sarebbe inoltre nemmeno possibile la confisca. Quest’ultima, secondo il Decreto Salvini, è possibile solo in caso di reiterazione, ma il sequestro del 19 maggio non può essere tenuto in considerazione in quanto avvenuto prima dell’entrata in vigore del testo, pubblicato in Gazzetta solo il 14 giugno.