> > Caos Csm, Anm: "Fuzio compia un gesto di responsabilità"

Caos Csm, Anm: "Fuzio compia un gesto di responsabilità"

Anm su Fuzio

La giunta dell'Anm ha definito "sconcertante" il quadro emerso dalle intercettazioni tra il Pg della Cassazione e Luca Palamara.

“Uno sconcertante episodio nel quadro già molto grave emerso dagli atti dell’indagine della Procura della Repubblica di Perugia”. Con queste parole la Giunta esecutiva generale dell’Anm ha definito quanto emerso dalle intercettazioni tra Luca Palamara e Riccardo Fuzio. Le azioni compiute dal procuratore generale della Cassazione sono di una gravità tale da rendere necessario un passo indietro, “ancora più gravi in quanto riferite al titolare di un ufficio che ha, tra le proprie prerogative, anche l’esercizio del potere disciplinare ed è membro diretto delConsiglio Superiore della Magistratura”.

Le dichiarazioni del segretario Caputo

Da Fuzio le toghe dell’Anm “si attendono un gesto di responsabilità, capace di separare la vicenda personale, e il corso delle indagini, dalle istituzioni, onde preservarle da ulteriori effetti devastanti rispetto a quelli che già si sono prodotti”, ha continuato la Giunta, citata dal Fatto Quotidiano. Sul caso si è espresso anche Giuliano Caputo, segretario dell’Anm, a sua volta sconcertato da quanto emerso dalle indagini e dall’inchiesta dell’Espresso. “Sentire una conversazione di quel tipo ferisce molto la sensibilità di tutti i magistrati italiani”, ha dichiarato. “Noi abbiamo chiesto un gesto di responsabilità a tutti i soggetti coinvolti, lo chiediamo anche al Pg e auspichiamo che si faccia chiarezza anche su tutte le vicende di contorno”.

Le intercettazioni

A svelare il coinvolgimento di Fuzio è stata la trascrizione integrale delle conversazioni avvenute durante gli incontri del 21 e 22 maggio scorso tra il procuratore e Palamara. Il Pg, in quell’occasione, avrebbe infatti passato a Palamara informazioni preziose relative all’indagine aperta su di lui dalla Procura di Perugia. I due magistrati hanno discusso anche della nomina dei procuratori capo di Roma e dell’esposto presentato da Stefano Fava, pm della capitale, contro Paolo Ielo e Giuseppe Pignatone.