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Carola Rackete, via da Agrigento: "In luogo sicuro a causa di minacce"

Carola Rackete

"Ha ricevuto delle minacce". Dopo la decisione del gip che non ha convalidato l'arresto, nel cuore della notte Carola Rackete lascia così Agrigento.

Carola Rackete sarebbe andata via da Agrigento dopo che il gip non ha convalidato gli arresti domiciliari. Sembra che il capitano della Sea Watch 3, infatti, abbia ricevuto alcune “minacce” e per questo è stato deciso il trasferimento in “un luogo sicuro”.

Ai domiciliari in via Dante

L’attenzione di alcuni media in questi giorni si era concentrata nei pressi di un palazzo di via Dante, dove risultava domiciliata il capitano della Sea Watch 3 che ha forzato il blocco per entrare nel porto di Lampedusa e far sbarcare i 40 migranti, i quali assieme all’equipaggio della nave attendevano (inutilmente) da oltre due settimane che le autorità europee indicassero il porto più sicuro per l’attracco.

“Avevo notato molto movimento ma solo stamattina (lunedì 1 luglio, ndr) ho compreso però che si trattava di Carola Rackete“, confessa un residente della centrale via Dante, come riportava Il Giornale. E’ lì che il comandante ha atteso la decisione del giudice per le indagini preliminari, giunta solo nella prima serata di martedì 2 luglio 2019.

Sotto la palazzina tanti giornalisti e diversi curiosi, tra cui alcuni sostenitori del capitano della Sea Watch 3. Dopo le prime dichiarazioni rilasciate alla stampa, Carola Rackete non avrebbe però continuato a pernottare nell’appartamento di via Dante. Da Berlino infatti giunge voce che la 31enne si sia spostata nel cuore della notte.

Carola Rackete minacciata

In base a quanto riferisce il portavoce dell’Ong tedesca Ruben Neugebauer, come riporta Il Giornale di Sicilia, il capitano sarebbe stato trasferito “in un luogo sicuro”. “Ci sono state alcune minacce. Ma sta bene” precisa Neugebauer.

Al momento, non è ancora chiaro dove Carola Rackete stia trascorrendo i giorni che la separano dal 9 luglio, quando verrà interrogata nell’ambito dell’inchiesta che la vede indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.