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Perché i migranti non viaggiano in aereo o in traghetto verso l'Italia? La verità sugli sbarchi

Perchè i migranti non viaggiano in aereo o traghetto

Se i migranti scelgono i barconi, rischiando la vita, non è per una questione economica.

Perché i migranti non viaggiano in aereo o in traghetto per arrivare in Italia? Se lo chiedono in molti, chi in buona e chi in cattiva fede. Sui social non sono rari i commenti di utenti che si domandano “perché spendere 3000/4000 euro per fare un viaggio di m***a, senza avere alcuna certezza” quando “da Tunisi parte ogni giorno un traghetto che arriva a Genova. La cabina costa sui 200 euro (il minimo è 43 euro), comfort e aria condizionata eccetera”. È solo uno dei commenti scritti dagli utenti di Facebook e portati alla luce dalla pagina Adotta anche tu un analfabeta funzionale. “Ma non sarà che qualcuno ci prende per il sedere? Forse perché questi immigrati sono delinquenti“, gli fanno eco altri.

Migranti traghetto Tunisia

Perché i migranti non viaggiano in aereo

La prima risposta è che non è una questione di soldi. A spiegarlo a VICE è Marco Paggi, avvocato e socio dell’ASGI, l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione. Come chi ha preso un aereo per raggiungere una località extra-Ue sa, per imbarcarsi è necessario ottenere un visto per lavoro, turismo o studio. Solo il visto consente al viaggiatore di superare i controlli alle dogane di partenza e di arrivo. Per ottenerlo, il richiedente deve fornire dati quali la prenotazione presso l’albergo dove risiederà durante il suo soggiorno e dimostrare di avere le disponibilità economiche necessarie alla permanenza nel Paese di arrivo. Ma nel caso di migranti che fuggono da zone di guerra o in grave difficoltà, può trattarsi di un processo complesso se non impossibile.

Il visto previsto dalle norme di Schengen è “a concessione altamente discrezionale”, esclusa automaticamente nel momento in cui il migrante non fornisce spiegazioni verosimili sulle motivazioni della sua permanenza nel Paese. “Chiedersi con tono sospettoso perché chi migra verso l’Europa non prenda l’aereo invece del barcone suona tanto come quella battuta che si attribuiva alla regina francese Maria Antonietta: ‘Il popolo protesta perché non ha pane? Che mangino brioches’“, conclude l’avvocato.

Perché i migranti non viaggiano in traghetto

Allo stesso modo, la medesima documentazione per ottenere il visto è necessaria anche nel caso di un viaggio per mare. Anche chi sceglie il traghetto, infatti, deve attraversare la dogana. La soluzione dei migranti e degli scafisti a cui si affidano è rappresentata da piccole imbarcazioni di fortuna con cui giungere, senza destare troppo clamore, sulle coste italiane. Una strategia, quella dei mini-sbarchi, immortalata anche da un video girato dall’agenzia Frontex.

“L’Europa è una fortezza blindata nella quale non si entra dalla porta principale”, sottolinea Paggi. Le quote per gli stranieri che desiderano entrare in Italia “sono sostanzialmente bloccate. Attualmente esiste la possibilità di ingresso solo per investitori di somme considerevoli, come lavoratori autonomi o imprenditori, oppure lavoratori altamente specializzati (il che significa anche altamente retribuiti)”.

Impossibile, in egual modo, percorrere la strada della richiesta di asilo politico, dal momento che per presentarla è necessario essere presenti sul territorio dello Stato, senza agire tramite intermediari o ambasciatori. “Chiedere asilo presso i consolati italiani non solo non è concettualmente possibile, ma sarebbe anche considerato un atto di ostilità verso le autorità e i governi dei Paesi ospiti”, spiega Paggi.

La normativa sull’immigrazione

Le norme dell’Unione delegano alle singole compagnie aeree il delicato compito di verificare che chi voglia imbarcarsi abbia i requisiti necessari a ottenere lo status di rifugiato. In caso di errore, scattano sanzioni comprese tra i 3.000 e i 5.000 euro a persona. Alle compagnie possono sostituirsi solo i consolati dei singoli Paesi.

La legge in vigore è la Direttiva 2001/51 della Comunità Europea, secondo cui “per lottare efficacemente contro l’immigrazione clandestina è fondamentale che tutti gli Stati membri adottino un dispositivo che fissi gli obblighi per i vettori che trasportano cittadini stranieri nel territori degli Stati membri. Ai fini di una maggiore efficacia di tale obiettivo, occorrerebbe altresì armonizzare, per quanto possibile, le sanzioni pecuniarie attualmente previste dagli Stati membri in caso di violazione”.