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Vittoria, scontro tra Paolo Borrometti e i suoceri di Angelo Ventura

borrometti

I suoceri di Angelo Ventura si sono scontrati contro il giornalista Paolo Borrometti. che replica su Facebook.

Giovedì scorso a Vittoria, nel ragusano, un Suv ha travolto un gruppo di bambini causando la morte di Alessio. nell’incidente, inoltre, il cuginetto della vittima ha perso entrambe le gambe. Uno degli uomini a bordo del mezzo, Angelo Ventura, è indagato per omissione di soccorso e favoreggiamento. Dall’abitazione dei suoceri, dove si trova da tre giorni ha riferito: “Chiedo perdono, scusa”. I suoceri del figlio del Capomafia Ventura, però, se la prendono con il giornalista Paolo Borrometti. Infine, l’autista Saro Greco, rampollo di un imprenditore del mercato di Vittoria e ritenuto vicino a Cosa nostra, si trova in carcere con l’accusa di omicidio stradale.

Angelo Ventura e Paolo Borrometti

I suoceri di Angelo Ventura, il figlio del boss di Vittoria, si sono scagliati contro il giornalista Paolo Borrometti, che vive sotto scorta per le inchieste sulla mafia. Infatti, l’uomo avrebbe denunciato l’organizzazione del funerale del piccolo Alessio da parte dell’agenzia Cutello, vicina al clan Ventura. Dopo le critiche ricevute, però, il giornalista ha replicato con un post su Facebook: “Ci vogliono muti, ma questo è il momento di urlare. Lo dobbiamo fare per noi, per i nostri figli, per i più piccoli come Alessio e Simone”.


Poi Borrometti prosegue dicendo: “Mentre piangiamo il piccolo Alessio e preghiamo per il cuginetto Simone (in ospedale in fin di vita e con le gambe amputate), a Vittoria continua ad accadere di tutto e lo Stato purtroppo arranca. Uno degli indagati per omissione di soccorso e favoreggiamento dell’omicida di Alessio è Angelo Ventura, il figlio del boss Titta Ventura. E Angelo Ventura, candidamente su Facebook scrive che è “addolorato”. Sì, avete capito bene, era a bordo della macchina che ha ucciso il povero Alessio e ridotto in fin di vita Simone, è scappato senza soccorrere i bimbi. Ed è “addolorato”. Incredibile. Ma purtroppo non è finita qui“.

Lo stato arranca

Paolo Borrometti conclude il suo messaggio con rammarico: “Mi spiace dirlo ma quanto sta accadendo è la testimonianza che lo Stato arranca. Le Forze dell’Ordine non riescono a controllare il territorio (non per colpa propria ma per mancanza di personale) e si rischia di consegnare le città in mano a delinquenti e mafiosi. In posti come Vittoria ci vuole forte la presenza dello Stato, con uomini, con mezzi (se necessario anche con l’esercito) e con la cultura. Se così non sarà è tutto finito”.