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Foggia, braccianti aggrediti e presi a sassate: uno grave in ospedale

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Lanci di pietre e speronamenti. Sono già cinque i braccianti rimasti feriti, di cui uno gravemente, nella periferia di Foggia.

Proseguono le aggressioni a Foggia contro i braccianti che lavorano nei campi della Capitanata. Nell’ultimo episodio tre lavoratori migranti sono stati presi a sassate: un 22enne è stato colpito vicino l’occhio ed il forte colpo gli ha causato una frattura scomposta orbitozigomatico.

Sassi contro i braccianti

“Da mesi i lavoratori, in massima parte migranti dell’Africa sub-sahariana, che assistiamo con il nostro progetto sanitario mobile nei ghetti della provincia di Foggia, ci riferiscono crescenti intimidazioni da parte di italiani” denuncia Alessandro Verona, referente medico dell’unità migrazioni di Intersos.

Negli ultimi giorni infatti si sono verificati tre inquietanti episodi ai danni di alcuni bracciati che lavorano nelle campagne della Capitanata. La prima aggressione è avvenuta il 13 luglio 2019, con due persone colpite in testa da un lancio di pietre, avvenuto alla periferia di Foggia. Pochi giorni dopo, il 17 luglio, sempre nella stessa zona, un lavoratore che stava andando al lavoro in motorino è stato speronato da un’auto. Nella caduta si è spaccato un labbro ed ha perso un dente.

Ma l’aggressione più violenta è avvenuta martedì 23 luglio 2019. Stavolta tre braccianti sono finiti in ospedale. Il più grave è un ragazzo gambiano di 22 anni, che presenta una frattura scomposta orbitozigomatico destro con evidente lesione cutanea ed edema palpebrale. Gli altri due ricoverati, di 23 e 30 anni, ha riportato ferite alla testa.

Forse vittime dei caporali

In base alle ricostruzioni delle forze dell’ordine, i tre sono stati colpiti da un lancio di pietre avvenuto da un’auto in corsa, in due momenti diversi ma in un’arco temporale che va dalle ore 5 alle ore 5:30 del mattino. Tutti e tre i braccianti vivono nell’ex fabbrica abbandonata DauniaLat in via Manfredonia, dove dormono anche altri due lavoratori aggrediti nei giorni precedenti.

Intervistato da Tpi, Alessandro Verona di Intersos sottolinea: “Sono fortemente scossi, e così come il resto della comunità dei lavoratori vivono nella preoccupazione di questo clima persecutorio, che si aggiunge alla precarietà dello sfruttamento lavorativo e delle difficili condizioni abitative, senza valide alternative date dalle istituzioni. Riferiscono minacce verbali di violenza e anche di morte, subite spesso quando transitano a Foggia da e per il lavoro, a piedi o in bicicletta”.

Stando ai primi riscontri investigativi, dietro queste aggressioni potrebbe esserci un gruppo di caporali che starebbe tentando di intimidire quei bracciati che non si rivolgono a loro per cercare lavoro nei campi.