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"Serena Mollicone uccisa nella caserma dei carabinieri", 5 a processo

serena mollicone

La Procura di Cassino rinvia a giudizio cinque persone per la morte di Serena Mollicone. L'omicidio sarebbe stato compiuto in caserma.

Rinvio a giudizio per cinque persone, tra cui tre carabinieri, accusati a vario titolo della morte di Serena Mollicone. Per la Procura di Cassino la 13enne di Arce è stata uccisa in caserma, come ha sempre sostenuto il padre in questi lunghi anni.

“Uccisa in caserma”

Sono passati 18 anni e “grazie alla rivisitazione approfondita e sistematica di tutti gli atti procedimentali, svolta con la collaborazione del comando provinciale dei carabinieri di Frosinone, alla riesumazione del cadavere e all’applicazione di tecniche all’avanguardia, sia all’opera della professoressa Cristina Cattaneo, del Labanof dell’Istituto di medicina legale di Milano che del Ris dei carabinieri di Roma, questo ufficio ritiene di aver provato che Serena Mollicone è stata uccisa nella caserma dei carabinieri di Arce” annuncia in una nota a Procura di Cassino.

Rinviate quindi a giudizio cinque persone per la morte della tredicenne di Arce (Frosinone). Accusati di omicidio in concorso l’ex maresciallo dei carabinieri di Arce Franco Mottola, la moglie Anna e il figlio Marco, e il maresciallo Vincenzo Quatrale. Per quest’ultimo si ipotizza anche l’istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. L’appuntato Francesco Suprano è indagato invece per il solo il reato di favoreggiamento.

Per la Procura, Serena Mollicone sarebbe morta “con una spinta contro una porta, data la riscontrata perfetta compatibilità tra le lesioni riportate dalla vittima e la rottura di una porta collocata in caserma” e “la perfetta compatibilità tra i microframmenti rinvenuti sul nastro adesivo che avvolgeva il capo della vittima ed il legno della suddetta porta, così come con il coperchio di una caldaia della caserma”, si legge sempre nel dispositivo.

Il papà di Serena Mollicone: “L’ho sempre saputo”

Guglielmo Mollicone, il padre della ragazzina, ha sempre sostenuto la tesi dell’uccisione in caserma tanto che ora sottolinea parlando con l’Adkronos: “E’ giusto finalmente di sapere la verità. Sono fiducioso che, a questo punto, la verità verrà fuori totalmente e chi ha sbagliato deve pagare”. “Serena era andata in caserma per denunciare un giro di droga” rammenta quindi l’uomo, ricordando che la figlia “è stata massacrata” tanto che dai suoi resti “manca addirittura l’organo genitale e una parte della fronte“.