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Incendio in un centro d'accoglienza di Milano: diversi intossicati

Incendio centro accoglienza Milano

Sedici persone coinvolte nell'incendio sono state ricoverate per intossicazione al Niguarda. Pietre contro i mezzi dei Vigili del Fuoco.

Un incendio è divampato in un centro d’accoglienza di Milano, in via Aquila, avvolgendo l’intero stabile in pochi minuti. Secondo quanto emerso dalle prime ricostruzioni dei Vigili del Fuoco, a innescare il rogo sarebbe stato un cortocircuito. Diverse persone sono rimaste intossicate a causa delle inalazioni di fumo provocato dalle fiamme. Sul posto sono intervenute dieci ambulanze e un’automedica, che hanno trasportato i feriti all’ospedale Niguarda di Milano.

Incendio in un centro d’accoglienza di Milano

L’incendio, sviluppatosi a partire da alcuni cavi, si sarebbe poi esteso a mobili in legno e suppellettili. I soccorritori hanno reso noto che sono 16 gli intossicati nell’incendio. Si tratta di persone di età compresa tra i 19 e i 60 anni. Tra loro c’è anche un ospite della struttura, che era rimasto chiuso all’interno dello stabile quando le fiamme lo hanno avvolto. Al momento, tuttavia, nessuna delle persone coinvolte sembra essere in pericolo di vita.

Nel corso degli interventi di soccorso, un migrante avrebbe scagliato una pietra contro un veicolo dei Vigili del Fuoco.

Le dichiarazioni dell’assessore

Riccardo De Corato, assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia, nonché ex vice sindaco del capoluogo, ha dichiarato: “L’incendio di questo pomeriggio nel centro di accoglienza gestito dal Comune di Milano in zona Ortica è l’ennesima dimostrazione di quanto detto più volte. In questi posti succede di tutto e di più, da chi vengono monitorati? Chi ci dorme dentro? Chi delinque? Cos’altro deve succedere affinché il Comune prenda seriamente in considerazione queste situazioni?”.

Incendio al Policlinico

Paura anche al Policlinico di Milano, dove un incendio è divampato all’alba di sabato 3 agosto. Il rogo ha spinto le autorità dell’ospedale a evacuare il reparto di Terapia intensiva neonatale a scopo precauzionale. Nessuno dei 23 neonati trasferiti ha riportato conseguenze.