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Fiumicino, schianto di un velista contro gli scogli: il salvataggio

Fiumicino

Il velista ha perso il controllo della sua nave di 12 metri schiantandosi contro le dighe frangionda. Incredibile salvataggio della Guardia costiera

Il vento e il mare forze 3 sono le cause dell’incidente che ha visto protagonista il velista Bruno Mezzaluna. L’uomo, complice il maltempo, pare abbia perso il controllo della sua imbarcazione, la “Bibo II”, di 12 metri. Così si è schiantato contro le dighe frangionda. È successo intorno alle ore 14 di mercoledì 7 agosto 2019 a ridosso della scogliera gettata a protezione del vecchio di Fiumicino. Il velista romano è stato salvato dall’ottima operazione messa in atto dall’equipaggio della motovedetta CP 831. Il merito va in particolare al secondo capo Francesco Pappacena, il quale ha completato il soccorso da vero manuale. Così informa Il Messaggero.

Fiumicino, l’incidente del velista

Ad accorgerci della barca spinta dal vento verso i frangiflutti sono stati alcuni turisti presenti sulla riva e che hanno immediatamente lanciato l’allarme. Prima che urtasse i tetrapodi in cemento, “ci siamo attivati contattando la centrale operativa della Capitaneria di porto. Quindi raggiunto il punto dell’impatto abbiamo cercato invano di far indossare alla persona a bordo della barca il giubbotto di salvataggio”. Questo il racconto di Armando Stampella, proprietario del porticciolo “Il Faro”. Il testimone ha aggiunto: “Sembrava sotto shock e non dava ascolto ai nostri inviti. Intanto le onde e il vento spingevano con violenza lo scafo contro i tetrapodi“. La barca spinta dalle onde contro la scogliera iniziava così a riportare i primi danni.

L’equipaggio della motovedetta CP831 giunta sul posto ha deciso di intervenire via terra. Un intervento via mare, infatti, è stato reputato estremamente pericoloso. Il sottufficiale Pappacena ha eseguito l’operazione di salvataggio sui pericolosi tetrapodi, arrampicandosi sulle dighe munito di adeguata attrezzatura per il soccorso in mare.

Stando alla ricostruzione dei fatti resa nota da Il Messaggero, Pappacena si è avvicinato al natante in balia delle onde. Poi ha lanciato al 77enne una “ciambella” di salvataggio legata a una fune. quest’ultima ha consentito di fornire al velista un giubbotto di salvataggio. Il violento impatto delle onde e il maltempo, intanto, non davano segni di cedimento.

La superficie bagnata, il vento e le onde hanno poi fatto scivolare il sottufficiale della Guardia costiera, il quale si è ferito alle gambe. Pappacena però non si è dato per vinto, evitando così che la barca finisse sul fondo del mare. La sua perseveranza e l’ottimo lavoro da lui messo in atto, hanno permesso al velista il romano di raggiungere la scogliera. Quest’ultimo ha riportato escoriazioni su tutto il corpo e tanta paura. Poi il protagonista dell’incidente è stato affidato alle cure dei sanitari del 118, che lo hanno trasferito in ambulanza presso l’ospedale Grassi.

Il salvataggio, le parole di Pappacea

“La scelta dell’equipaggio della motovedetta si è rivelata giusta. Avevamo valutato l’intervento dell’elicottero, ma per timore che le cose precipitassero abbiamo deciso di agire da terra grazie anche alle indicazioni del collega-comandante Vincenzo Tizzano”. Così ha spiegato il secondo capo Francesco Pappacena, che ha aggiunto: “Alla fine è andata bene e siamo soddisfatti per aver fatto il nostro lavoro“.

“In considerazione delle difficoltà presentate dal salvataggio, l’equipaggio della motovedetta ha mostrato molta professionalità e il sotto capo Pappacena una grossa dose di coraggio“, è il commento del vice-comandante della Capitaneria di porto di Fiumicino, Nicola Correra.