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Firenze, sequestrata Radio Studio 54 per "odio razziale"

guido gheri radio 54

Secondo i magistrati le parole di Gheri "favorirebbero il pericolo di comportamenti discriminatori".

Chiusa l’emittente radiofonica fiorentina Radio Studio 54, sottoposta a sequestro dai carabinieri con l’accusa di diffamazione e odio razziale. Dalle prime indagini svolte, risulterebbero insulti e attacchi a ospiti e figure intervenute nella trasmissione, insieme alla diffusione di messaggi razzisti e xenofobi che secondo i magistrati “favorirebbero il pericolo di comportamenti discriminatori“.

Firenze, sequestrata Radio Studio 54

Voce al popolo” avrebbe parlato troppo forte questa volta, o per lo meno: Guido Gheri si sarebbe espresso a voce troppo alta, con insulti frequenti – prima al suo ex avvocato, poi ad un ex ospite della trasmissione – e diffondendo ripetutamente messaggi razzisti e xenofobi. Cosa che per i magistrati avrebbe veicolato “un vero e proprio odio razziale ed etnico diretto agli extracomunitari in quanto tali, come tale idoneo a determinare in concreto il pericolo di comportamenti discriminatori“. Guai in vista per l’emittente radiofonica Radio Studio 54 di Scandicci, in provincia di Firenze, ora posta sotto sequestro preventivo dai carabinieri locali con l’accusa di odio razziale e diffamazione, da una denuncia nata da un ricorso presentato dal pubblico ministero Christine Von Borriers accolto dal tribunale del riesame.

“Cannibali, mostri, stupratori”

Cannibali, mostri, stupratori, violentatori, spacciatori, malati mentali e barboni del c…” questi gli appellativi usati da Gheri nel corso di una puntata per definire le persone di religione islamica. Presa di mira anche l’ex ministro Cecile Kyenge, definita “mostriciattolo”, cui avrebbe rivolto insulti razzisti. “Lo sciancato”, così era stato chiamato il suo avvocato, che “Pensa solo ai soldi, un arrampicatore sociale e doppiezza come persona”, detto ai microfoni in diretta. Immediato l’intervento del consigliere regionale leghista Jacopo Alberti: “Mi auguro che la controversia giudiziaria sia risolta il prima possibile per la libertà di informazione di una storica emittente toscana, attiva dal 1975. Così si perde una voce radiofonica libera e si nega la libertà di espressione”.