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Terremoto Amatrice: "Bisognava agire come dopo crollo ponte Morandi"

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A 3 anni dal terremoto il Centro Italia è ancora tutto o quasi da ricostruire. "La politica non ha agito come a Genova" dice l'ex sindaco di Amatrice

Amatrice, così come i Comuni devastati dal terremoto avvenuto nella notte del 24 agosto 2016, si apprestano a commemorare il triste evento, anche per attirare su di sé l’attenzione mediatica. A tre anni dal terribile sisma, che ha distrutto intere cittadine del Centro Italia (da Accumuli a Castelsantangelo sul Nera) e causato la morte di 303 persone, la ricostruzione appare ancora lenta e lontana.

Terremoto Amatrice, ricostruzione ferma

“Non ci sono nemmeno più le macerie, solo qualche edificio. Non abbiamo più la memoria storica, solo una radura” denuncia il sindaco di Amatrice Antonio Fontanella mentre il primo cittadino di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci puntualizza: “Nessuno rimuove gli ostacoli burocratici. Dopo tre anni abbiamo la sensazione di essere stati dimenticati“.

Fontanella, ai microfoni di Agorà, spiega infatti: “Dispiace che a distanza di tre anni il centro storico è ancora tutto distrutto. Ci sono notevoli ritardi. Noi dobbiamo affrontare una situazione che è straordinaria, dobbiamo ricostruire ben 4.500 edifici in tutto il territorio comunale, e purtroppo questa ricostruzione secondo noi non riesce a decollare perché c’è un approccio normativo non adeguato alla straordinarietà della situazione”.

“Serviva un commissario straordinario”

“Qui, dopo le passerelle del primo anno, politici non se ne vedono più” mormora la gente del luogo come riporta Avvenire.it in un reportage, mentre altri sottolineano: “Valiamo pochi voti”.

All’Adnkronos Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice nei giorni del terremoto e poi consigliere regionale, osserva infatti: “Il problema della ricostruzione a rilento è a monte, il commissario straordinario di Genova per il ponte Morandi ha agito con poteri straordinari, in un anno sono già arrivati all’inizio dei lavori. Sul Centro Italia no, perché la politica non ha il coraggio di dire che nei 30 Comuni quasi distrutti bisognava agire come sta agendo il commissario di Genova. – aggiungendo – E’ mancato il coraggio e la capacità, perché siamo pochi e divisi”.