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Morto Emanuele Severino, addio al grande filosofo scomparso a 90 anni

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Lutto nel mondo della filosofia: è morto Emanuele Severino. Nato a Brescia nel 1929 e noto per i suoi studi sull'ontologia e sul nichilismo.

È morto a 90 anni il filosofo Emanuele Severino, nato a Brescia nel 1929 e noto in Italia per i suoi studi sull’ontologia in cui citava spesso i grandi pensatori dell’antica Grecia. Nel corso della sua carriera Severino aveva insegnato in diversi atenei del nostro Paese, tra cui l’Università Cattolica di Milano, la Ca’ Foscari di Venezia e la San Raffaele sempre a Milano, oltre ad essere membro dell’Accademia dei Lincei e Cavaliere di Gran Croce della Repubblica. La notizia è stata diffusa dai familiari solo a qualche giorno dall’effettiva scomparsa, avvenuta lo scorso 17 gennaio.

Morto il filosofo Emanuele Severino

Nato da padre siciliano e madre bresciana di Bovegno, Severino si laurea all’Università di Pavia nel 1950 con una tesi su Heidegger e la metafisica, ottenendo l’anno successivo la libera docenza in filosofia teoretica. Dal 1954 al 1969 è docente di filosofia presso l’Università Cattolica di Milano, da cui venne allontanato a seguito di alcune polemiche inerenti alle sue opere che la Chiesa considera in opposizione insanabile con la dottrina cristiana.

Lasciata Milano viene chiamato ad insegnare a Venezia, dove è tra i fondatori della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Ca’ Foscari. Nell’ateneo veneziano Severino sarà inoltre anche docente di Logica, Storia della filosofia moderna e contemporanea e Sociologia, venendo infine nominato professore emerito nel 2005. Fino alla scomparsa è stato anche docente di Ontologia fondamentale presso la facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

Il pensiero filosofico

Nei suoi scritti Severino ha spesso trattato il tema del nichilismo ma soprattutto dell’ontologia, cioè lo studio dell’essere e delle sue caratteristiche in quanto tali, citando spesso i grandi filosofi dell’antica Grecia come Parmenide, Eraclito e Aristotele, ma prendendo spunto anche da pensatori moderni come Hegel, Heidegger e Gentile. Negli ultimi decenni le sue opere aveva fatto incursione anche nel mondo della politica, con un esplicita critica tanto al sistema capitalista quanto a quello comunista, accusati dal filosofo di essere semplici espressioni del cosiddetto dominio della tecnica.