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Esplosioni all'ex Ilva di Taranto: squarci alle tubazioni nell'acciaieria 2

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Paura all'ex Ilva di Taranto nella notte fra il 21 e il 22 gennaio: nell'Acciaieria 2 sono state registrate tre esplosioni. Non si registrano feriti.

Sono tre le esplosioni registrate nell’Acciaieria 2 dell’ex Ilva di Taranto, nella notte fra martedì 21 e mercoledì 22 gennaio. I colpi hanno squarciato i tubi della condotta di aspirazione del gas all’interno dello stabilimento. Al momento non si registrano feriti, ma protestano i sindacati: “L’aumento produttivo non è sostenibile, serve manutenzione”.

“Da tempo – ha affermato Biagio Prisciano, segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto Brindisi – dichiariamo che gli impianti all’interno dello stabilimento necessitano di manutenzioni ordinarie e straordinarie. Così come diciamo che l’azienda deve programmare in maniera capillare, con interventi specifici“.

Taranto, esplosioni all’ex Ilva

Mattinata di proteste all’ex Ilva di Taranto, dove nella notte fra martedì 21 e mercoledì 22 gennaio si sono registrate tre esplosioni nell’Acciaieria 2. Al momento, però, non si registrano feriti. Le deflagrazioni hanno colpito l’impianto Idf a servizio del Convertitore 1 di Acciaieria 2, proprio alla vigilia della fermata dell’Acciaieria 1. Di conseguenza, le produzioni in mano all’Acciaieria 2, che necessita manutenzione, sono aumentate.

I coordinatori Francesco Brigati e Gennaro Oliva (rispettivamente Fiom e Uilm) hanno comunque precisato che “le deflagrazioni si sono verificate nei pressi del pulpito stiring, laddove c’è transito di personale per le normali attività di affinazione”. “L’Acciaieria 2 – confermato i sindacati – non può sostenere l’aumento produttivo a 3 convertitori e gli ultimi episodi lo testimoniano”. Di qui la protesta di Fiom e Uilm: occorre “sospendere immediatamente la scelta unilaterale di fermare l’Acciaieria 1”. Questo perché “i continui rinvii e ritardi su manutenzione ordinaria e straordinaria determinano, in caso di aumento produttivo, situazioni di pericolosità sia dal punto di vista della sicurezza che dell’ambiente”.

In seguito al fermo dei lavori all’Acciaieri 1, è già stata annunciata la riduzione del personale da 477 a 227 unità. La multinazionale franco-indiana, inoltre, ha comunicato che “lo scarso approvvigionamento di materie prime e l’attuale capacità produttiva legata alle commesse” hanno determinato gli attuali assetti produttivi.