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Coronavirus, falso allarme per la studentessa toscana di Pontedera

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La studentessa toscana, di ritorno dalla Cina dove ha partecipato a un programma didattico, non si trova in quarantena alla Cecchignola.

Falso allarme per la studentessa toscana dell’istituto di Pontedera che, secondo quanto diffuso nei giorni precedenti, sembrava essere stata ricoverata in quarantena alla Cecchignola per un sospetto caso di coronavirus, dopo il suo rientro dalla Cina per un progetto didattico. La ragazza non è alla Cecchignola, dove si trovano solo i connazionali rientrati da Wuhan con il primo volo dell’Aeronautica militare.

Studentessa toscana in quarantena

Dovrà attendere ancora qualche giorno la studentessa toscana tornata da un progetto scolastico in Cina: per lei è scattata la quarantena per coronavirus a Roma. La giovanissima non avrebbe febbre o altri sintomi sospetti, ma rimane comunque controllata dal personale specializzato. Anche le istituzioni scolastiche, il Ministero, i dirigenti stanno prestando la massima attenzione alla situazione. Sono stati messi in atto tutti i protocolli previsti dal Ministero della Salute.

Da quanto si apprende, inoltre, i 14 giorni previsti di quarantena (tempo di incubazione del virus) scadrebbero il prossimo 17 febbraio. Sta balzando da giorni, però, l’ipotesi di prolungamento a 24 giorni di quarantena: sale la proccupazione a Roma. “Ci dicano cosa dobbiamo fare – ha detto uno degli italiani in isolamento –. Non abbiamo una data esatta. L’ipotesi di un prolungamento della quarantena al momento riguarda solo delle voci che non avrebbero nessuna conferma”. “Sappiamo che il conteggio della quarantena si è azzerato quando è stato ricoverato il ragazzo positivo – hanno rivelato ancora gli italiani rientrati da Wuhan –. Quindi ci è stato detto che, se non ci fossero stati altri casi, avremmo lasciato la Cecchignola entro il 20 febbraio”. Dall’Oms nel frattempo non è arrivata alcuna nuova indicazione ufficiale.

Rettifica

La studentessa dell’istituto superiore di Pontedera non si trovava nella zona di Wuhan. È rientrata venerdì 7 febbraio, assieme ad altri 86 studenti, con voli di linea indiretti organizzati dalla stessa Intercultura. Una volta rimpatriata, ha deciso spontaneamente di rimanere per qualche tempo a casa per riadattarsi al rientro in italia e poter affrontare serenamente il ritorno a scuola nei prossimi giorni.

La studentessa faceva parte di un gruppo di cento ragazzi italiani tra i 16 e i 17 anni, impegnati da agosto nel programma annuale di scuola superiore in Cina con Intercultura (la più grande associazione onlus che in Italia si occupa di soggiorni di studio all’estero) rientrati in Italia in seguito all’esplosione dell’epidemia di coronavirus, sebbene nessuno di loro si trovasse in zone colpite dall’epidemia. Il rientro anticipato è dovuto alla decisione della sede centrale di Afs a New York di chiudere il programma in Cina che riguardava, oltre ai 100 italiani, anche altri 216 studenti da tutto il mondo. Una scelta presa a tutela dei ragazzi come era successo già in passato, in caso di allarmi mondiali.