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Scuola all'aperto: l'esperimento di Ivrea

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Il progetto "Scuola all'aperto" di Ivrea aiuterà i genitori impossibilitati a seguire i figli per via del lavoro.

Per far fronte ai problemi di quei genitori impossibilitati ad occuparsi dei figli per via del lavoro, l’amministrazione della città di Ivrea ha voluto dar concretezza all’esperimento della “scuola all’aperto“, dove i bambini verranno accolti nel totale rispetto delle misure anti-Covid.

“Scuola all’aperto”: Ivrea riapre ai bambini

In attesa di conferme sulle riapertura delle scuole in Italia, a Ivrea l’amministrazione ha deciso di venir incontro ai problemi dei genitori impossibilitati a seguire i figli per via del lavoro mettendo in scena il progetto “Outdoor education (scuola all’aperto)“.

Da martedì 26 maggio fino a venerdì 29, si sperimenterà questo servizio nei giardini delle scuole dell’infanzia “Don Milani” e “Sant’Antonio”. Il progetto però sarà rivolto solo ai bambini della fascia d’età 3-5 anni, come spiegato da Giorgia Pavolo, assessore alle politiche sociali che poi aggiunge: “I più grandi hanno ancora da seguire la didattica a distanza”.

Piano giornaliero

Come è strutturata una tipica giornata del progetto? I bambini sono accolti dalle 8 alle 13, con ingressi scaglionati di cinque minuti. All’ingresso c’è un triage che controllerà la temperatura corporea dei bimbi. Tutti gli spazi e le aree verdi prima di essere utilizzati verranno sanificati. I bagni verranno sanificati sia prima e che dopo il loro utilizzo.

I bambini, venti in totale verranno suddivisi in 4 gruppi da cinque, seguiti da tre insegnanti che adotteranno tutte le misure di sicurezza come guanti e mascherina. Quest’ultima invece non sarà utilizzata dai bambini che però dovranno lavarsi le mani frequentemente.

Piccolo passo verso la normalità

Si tratta – spiega l’assessore Pavolo – di una risposta coraggiosa che la nostra amministrazione ha voluto dare alla città. Abbiamo fatto un monitoraggio tra i genitori che frequentano i nostri servizi comunali dedicati ai bambini e abbiamo compreso che avevano la necessità di trovare un luogo sicuro dove lasciare i più piccoli della famiglia. Anche le aziende ci hanno manifestato interesse per questa attività. Noi ci stiamo provando. È un servizio sperimentale ma studiato nei minimi dettagli“.

Il progetto è stato comunicato e accettato dall’Asl. Il costo per le famiglie è di 10 euro al giorno, ma non copmprenderà la merenda e i pasti.“Questi quattro giorni saranno per noi importanti per fare eventualmente delle migliorie al progetto- spiega l’assesore- I nostri operatori sono stati formati in questi giorni su come comportarsi e su quali strategie adottare per mantenere le distanze sociali. Stiamo pensando che se tutto andrà bene, come prevediamo, il servizio possa proseguire per altre due settimane così da avvicinarci al periodo dei centri estivi. Per noi-conclude Pavolo è importante aiutare l’economia domestica delle famiglie per dare un volano al nostro territorio”.