> > Mafia, ordini dal carcere per gestire la cosca: 20 arresti in Sicilia

Mafia, ordini dal carcere per gestire la cosca: 20 arresti in Sicilia

mafia sicilia mascalucia

La mafia in Sicilia utilizzava le somme estorte alle vittime per il mantenimento dei sodali detenuti.

Il boss della mafia in Sicilia dava ordini dal carcere per gestire il clan che si occupava soprattutto di estorsioni. Le somme estorte alle vittime venivano destinate al mantenimento dei sodali detenuti nonché al soddisfacimento delle esigenze comuni del gruppo. Sono questi i retroscena dell’operazione scattata all’alba di oggi nel catanese. I carabinieri, su delega della Procura etnea, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip nei confronti di 20 persone.

Mafia: 20 indagati in Sicilia

Colpito il gruppo mafioso dei Mascalucia, diretto appunto dal carcere prima di essere sottoposto al 41 bis dal boss Pietro Puglisi genero dello storico capomafia deceduto Giuseppe Pulvirenti, detto U Mappassotu. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, estorsione, ricettazione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.

La denuncia degli imprenditori

L’indagine in particolare traeva origine dalla denuncia sporta presso gli uffici della compagnia di Gravina di Catania nel febbraio del 2017 per tentata estorsione dai titolari di una ditta di costruzioni. Presso un proprio cantiere edile avevano rinvenuto un biglietto manoscritto a carattere intimidatorio, riportante l’inequivocabile richiesta del pagamento di una somma di denaro, pena la distruzione dello stesso cantiere. A seguito di ciò venivano iniziate accurate indagini, tradizionali e tecniche, le quali permettevano di individuare tutta la linea gerarchica dell’organizzazione criminale, facente capo al clan mafioso Santapaola-Ercolano, e che era guidata dall’ergastolano Pietro Puglisi che esercitava l’azione di comando dal carcere.

Vittime e carnefici

All’esito delle indagini sono stati contestati ben 15 episodi estorsivi. Nella maggior parte dei casi, gli indizi che già emergevano dalle attività di intercettazione hanno trovato sicuro riscontro e conferma nelle dichiarazioni delle vittime. Solo in pochi limitati casi invece le vittime sono state denunciate per favoreggiamento degli estortori per avere dichiarato il falso.