> > Omicidio Willy, il gestore del Pub: “Hanno bevuto e fatto casino”

Omicidio Willy, il gestore del Pub: “Hanno bevuto e fatto casino”

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“Hanno bevuto, fatto casino e sono partiti sgommando col Suv”. Ha parlato il gestore del pub Stefano Sorci a proposito dei quattro responsabili.

“Hanno bevuto, hanno fatto casino, hanno brindato, hanno ruttato, e sono ripartiti sgommando col Suv”. Queste sono le parole di Stefano Sorci il gestore di un pub che una sera della scorsa estate aveva incontrato nel suo locale i quattro ragazzi accusati della morte di Willy Monteiro. Un episodio come ha raccontato lo stesso gestore, caratterizzato da una sensazione di disagio e di paura. I quattro ragazzi non solo si erano comportati con evidente maleducazione, urlando, ruttando e bevendo senza controllo, ma anche infondendo paura nel locale che in poco tempo si era svuotato.

Omicidio Willy, parla il gestore del Pub

Stefano Sorci gestore del Pub Macelleria Sociale a Giulianello, frazione del comune di Cori, ha raccontato di come una sera dell’estate scorsa i quattro giovani accusati della morte di Willy erano entrati con arroganza e prepotenza all’interno del suo locale. I ragazzi quella sera si erano messi a bere a dismisura, a ruttare, a urlare e far confusione.

“Ho visto con la coda dell’occhio tutti i tavoli fuori svuotarsi, le persone buttare un occhio dentro e andar via, e, mentre cercavo di rispondere alle domande, loro hanno iniziato a fare una gara di rutti sopra la mia voce a cui non ho reagito in nessun modo. Non contenti del mio restare impassibile, hanno proseguito la provocazione iniziando a rimproverarsi a vicenda, “non si fa così, non ci facciamo riconoscere, se ruttiamo poi sembra che manchiamo di rispetto a lui che comanda! Dobbiamo chiedere scusa!”. Una situazione dunque che quella sera era sempre più degenerata.

La rabbia del gestore

Infine ha raccontato come dopo quell’episodio abbia sentito un po’ di vergogna mista a paura per essersi comportato sommessamente quella volta facendosi più volte “mancare di rispetto”, come ha scritto lui. Ho chiuso a chiave e mi sono diretto a casa, ho iniziato a tranquillizzarmi soltanto lì. “Ho pensato con rabbia alla mia vigliaccheria, al mio non aver proferito parola, al mio averli serviti con educazione mentre mi mancavano palesemente di rispetto in casa mia, e anche al fatto che avevano la metà dei miei anni. Ho pensato che avevo soltanto chinato il capo davanti alla prepotenza. Poi ho sperato di non vederli più, perché se fossero tornati non avrei sicuramente reagito neanche la seconda volta, e ho pensato che avevo avuto paura.”

Non è mancato infine il pensiero a Willy della quale afferma di provare una grande stima proprio grazie alla “sterminata mole di coraggio racchiusa in uno scricciolo d’uomo.”