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Naufragio di Lampedusa, oggi l'anniversario: persero la vita 368 migranti

Naufragio di Lampedusa migranti

Il naufragio di Lampedusa è considerato una delle più gravi catastrofi marittime del Mediterraneo: morirono 368 migranti salpati dalla Libia.

Il 3 ottobre 2013 avvenne il naufragio di Lampedusa, una delle più gravi catastrofi marittime del Mediterraneo. In mare morirono 368 migranti di origine eritrea ed etiope salpati da un porto della Libia, mentre se ne salvarono 155. Oltre 20 rimasero dispersi.

La strage al largo dell’isola dei Conigli

Il peschereccio era salpato il 1° ottobre 2013 da Misurata e la mattina di due giorni dopo, poco al largo dell’isola dei Conigli, un guasto provocò il blocco dei motori. Uno degli assistenti del capitano infuocò uno straccio per attirare l’attenzione delle barche vicine, ma il fumo prodotto da esso causò il panico tra i migranti, i quali spostandosi da un lato all’altro dell’imbarcazione ne causarono il rovesciamento.

Le operazioni di salvataggio iniziarono alle 7.00 del 3 ottobre 2013, dopo le segnalazioni dei pescherecci locali, che hanno caricato gran parte dei superstiti. La Guardia Costiera, secondo alcune indiscrezioni, arrivò invece soltanto un’ora dopo.

Le autorità salvarono 155 migranti, di cui 44 erano minori. 194 cadaveri sono stati recuperati nelle prime ore di lavoro, mentre si arrivò agli altri 108 soltanto nei giorni successivi, quando si è potuto accedere alla parte interna dello scafo dell’imbarcazione. Il resto venne trovato nelle acque tramite l’aiuto di velivoli e robot sottomarini.

Il numero di vittime totali fu di 366 (360 eritrei, 6 etiopi). Secondo alcune ricostruzioni dei superstiti, tuttavia, il peschereggio avrebbe trasportato tra le 520 e le 545 persone. Il numero dei clandestini rimasti dispersi, dunque, è indefinito.