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Genovese, i vicini di casa: "Anni da incubo, continue chiamate alla Polizia"

Alberto Genovese vicini di casa

Anni da incubo, continue chiamate agli agenti e disturbo della quiete pubblica: parlano i vicini di casa di Alberto Genovese.

I vicini di casa di Alberto Genovese, l’imprenditore arrestato con l’accusa di violenza sessuale, hanno parlato di anni da incubo raccontando le decine di party consumatisi sulla Terrazza Sentimento, i numerosi interventi delle forze dell’ordine e la quantità di lamentele ed esposti per la musica altissima e il caos.

Parlano i vicini di casa di Genovese

Uno dei residenti a fianco dell’abitazione di Genovese ha spiegato che tutto è iniziato a fine maggio 2017 con una festa di inaugurazione. Pensando si trattasse di un episodio sporadico ha lasciato passare, ma a quel party ne sono seguiti altri, anche tre/quattro nel giro di pochi giorni. Di qui sono iniziate le prime telefonate alla Polizia: “Abbiamo chiamato almeno il doppio delle volte in cui gli agenti sono effettivamente intervenuti. Avevano le mani legate perché, come ci dicevano, non potevano entrare in casa“.

Tutto sembrava non essere destinato a finire e ad essere represso, tanto che a volta era lo stesso portinaio ad avvisarlo di “fare la notte in bianco perché nel pomeriggio erano passate casse di alcolici“. Sono stati decine gli episodi del genere, almeno 13 gli interventi di Polizia e Carabinieri e innumerevoli gli esposti alla magistratura per il disturbo della quiete pubblica.

Una battaglia infinita, quella dei vicini di casa del fondatore di Facile.it (senza più incarichi in azienda dal 2014), combattuta da ben prima che iniziassero a circolare le foto di quanto accadeva nella sua abitazione. Anche il console austriaco che vive lì vicino e altri residenti hanno chiamato decine di volte le forze dell’ordine e, chiuse le indagini sul disturbo della quiete pubblica, Genovese rischia ora un processo anche per questo.