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Genovese, foto e video con le vittime inviate agli amici

Alberto Genovese

Genovese custodiva gelosamente una collezione di foto e video in compagnia delle sue vittime, che era solito inviare a tutti i suoi amici.

Nel corso delle indagini continuano ad emergere dei dettagli davvero molto inquietanti riguardo il personaggio di Alberto Genovese, imprenditore arrestato per lo stupro di una ragazza di 18 anni. L’uomo era solito consumare numerosi rapporti sessuali insieme a giovani donne durante le sue feste e documentava tutto quello che accadeva.

Foto e video con le vittime

Secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera, Genovese avrebbe conservato gelosamente centinaia di foto e video in compagnia delle sue vittime, immortalando i rapporti sessuali che si sono consumati nella sua camera da letto durante le feste sulla Terrazza Sentimento. Tutto questo materiale, in seguito, veniva inviato alla sua stretta cerchia di amici, che a loro volta lo giravano ad altri amici e così via. Lo testimoniano i quasi 400 gigabyte di memoria che sono stati sequestrati nell’appartamento, divisi in due telefoni e un tablet, di cui Genovese ha fornito la password. Questa galleria di immagini potrebbe nascondere ulteriori violenze sessuali, oltre agli scatti che lo immortalano mentre abusava della ragazza di 18 anni per quasi 20 ore. Nelle immagini si vede Genovese scattare foto alla ragazza priva di sensi, completamente nuda nel suo letto, imbottita di droga e impossibilitata a muoversi. Gli inquirenti non sanno ancora se queste immagini sono state inviate ai suoi amici, ma stanno indagando per scoprire chi potrebbe esserne in possesso. Inoltre, è stato trovato un terzo telefono all’interno di una cassaforte, insieme a a 40.000 euro in contanti e diversi grammi di droga.

Il dettaglio inquietante, che continua ad aggiungere ombre su Alberto Genovese, è proprio l’ossessione maniacale con cui ha deciso di conservare tutte queste foto e questi video, come se fosse un collezionista. Ci sono addirittura delle foto che risalgono a due anni fa, mentre una parte delle immagini, quelle più recenti, l’imprenditore ha cercato di cancellarle il giorno dopo la violenza sessuale. A spiegarlo è stato lui stesso, che ha dichiarato di aver chiesto di cancellare tutto per paura che quella ragazza fosse minorenne. “C’era la polizia sotto casa mia, c’era droga dappertutto e poi c’era la notte trascorsa con la 18enne che poteva essere presa, se fuori contesto, come violenza sessuale” ha dichiarato Genovese. Il fatto di aver trovato questa inquietante collezione di materiale sulle sue vittime potrebbe essere molto importante ai fini delle indagini, perché tra quelle foto e quei video potrebbero esserci le prove di ulteriori violenze sessuali consumate in questi anni.