> > Scuola, Friuli e Veneto rinviano l'apertura delle superiori

Scuola, Friuli e Veneto rinviano l'apertura delle superiori

scuola riapertura gennaio

L'annuncio di Luca Zaia: "Non ci sembra prudente riaprire le scuole. Questo è ciò che dobbiamo fare per il bene della comunità oggi".

Le scuole superiori in Friuli e in Veneto, a seguito dei nuovi focolari di Covid, non riapriranno dal 7 gennaio. L’assessore friulano Alessia Rosolen ha spiegato: “Abbiamo immaginato una riapertura per step, lo riteniamo un atto di responsabilità. La scuola non è solo didattica e nozioni, ma un insieme di fattori che la rendono il luogo per eccellenza della crescita dei nostri ragazzi”.

Analoga situazione in Veneto, dove il governatore Luca Zaia, in un incontro con la stampa, ha annunciato la dad fino a fine mese: “Non ci sembra prudente, in una situazione epidemiologica in Italia, riaprire le scuole. Questo è ciò che dobbiamo fare per il bene della comunità oggi”.

Scuola, Friuli e Veneto rinviano apertura

Per quanto riguarda il Friuli, “il Presidente Massimiliano Fedriga firmerà un’ordinanza, nella quale si prevede che il rientro in classe – per le scuole superiori – non sarà previsto prima del 31 gennaio” ha continuato Rosolen. L’assessore è poi passato a ringraziare tutti i dirigenti scolastici per il lavoro che stanno compiendo.

In ogni caso, alla fine di gennaio, saranno pronti i piani per il rientro: al 50%, al 75% o al 100%. La decisione di far slittare tutto è stata motiva dalla Rosolen: “Vogliamo dare la certezza dei tempi alle scuole: non possiamo ripartire per poi richiudere. Lo abbiamo fatto in base ai dati della curva epidemiologica e lo facciamo perchè la scuola ha comunque già pronti tutti i piani di rientro”.

Sulla questione è poi intervenuto anche l’assessore Graziano Pizzimenti “Quando riapriremo le scuole sono fiducioso che il sistema trasporti funzionerà. Certo potrebbe esserci qualche dettaglio da aggiustare, ma saremo pronti a intervenire”. Mentre dal canto suo il vicepresidente Riccardo Riccardi dice: “Vogliamo una scuola aperta, ma che garantisca condizioni di salute per chi la frequenta. E non deve aggravare la pressione sul sistema salute”.