> > Covid, famiglia positiva in quarantena senza fare il tampone

Covid, famiglia positiva in quarantena senza fare il tampone

Tampone

Costretti a stare in quarantena a causa del risultato positivo di un tampone che nessun membro della famiglia ha mai effettuato.

Una famiglia è rimasta prigioniera di un tampone mai effettuato. Il fatto è accaduto a San Donà, dove una famiglia intera è finita in quarantena perché al figlio è stata comunicata la positività di un tampone che in realtà non ha mai fatto. Si tratta di un caso di omonimia e trascrizione errata del codice fiscale di un altro paziente, secondo quanto ha giustificato l’Ulss 4.

Famiglia in quarantena senza tampone

La famiglia deve girare con la diffida redatta dall’avvocato per evitare di andare incontro a sanzioni, in caso di controlli, visto che formalmente risulta in quarantena a causa della errata positività del figlio. Il giovane di 23 anni, il 28 dicembre, è stato informato telefonicamente dall’Azienda sanitaria di essere risultato positivo al tampone molecolare effettuato il 20 dicembre. La comunicazione si concludeva con la raccomandazione a rispettare l’isolamento domiciliare fiduciario. Il ragazzo, però, aveva effettuato un unico tampone a maggio, a fine della prima ondata della pandemia ed era risultato negativo. Il 23enne ha cercato di spiegare all’azienda sanitaria e al sistema informativo sanitario territoriale che era sicuramente un errore di persona, ma non è cambiato nulla, perché risultava tamponato e positivo e tutta la sua famiglia è finita in quarantena. Il ragazzo ha provato a spiegare la situazione al medico di base, che non ha potuto fare nulla visto che c’era una comunicazione che sosteneva la sua positivi.

Il giovane si è, quindi, rivolto all’avvocato Luca Pavanetto, che ha invitato l’Ulss 4 a rettificare immediatamente l’errata segnalazione e verificare l’esatta identità di chi si era realmente sottoposto al tampone, visto che è positivo e non lo sa. “È ricostruire con estrema urgenza cosa possa essere accaduto, innanzitutto per restituire al mio cliente e alla sua famiglia una sia pur minima libertà di movimento” ha spiegato l’avvocato Pavanetto. L’azienda sanitaria ha ricostruito quanto accaduto spiegando che sicuramente c’è stato un caso di omonimia e un errore di trascrizione del codice fiscale. Il 20 dicembre un ragazzo di Portogruaro, con lo stesso nome, aveva effettuato il tampone visto che aveva sintomi simili al Covid-19 ed era stato messo in isolamento fino all’esito del tampone, che però è stato comunicato alla persona sbagliata. Nel pomeriggio del 4 Gennaio 2021, il ragazzo non aveva ancora ricevuto la comunicazione di libertà.