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Nuovo Dpcm, al vaglio l'ipotesi del cambio dei parametri: le regioni a rischio

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In visto del nuovo Dpcm il governo starebbe valutando l'introduzione di nuovi parametri per l'assegnazione delle zone di rischio in base ai contagi.

A pochi giorni dall’entrata in vigore del nuovo Dpcm il governo Conte sarebbe al lavoro sulla modifica dei parametri per l’assegnazione delle regioni nelle diverse zone di rischio. L’ipotesi attualmente al vaglio dell’esecutivo su suggerimento dell’Iss e del Cts sarebbe quella di far scattare la zona rossa in maniera automatica al superamento dei 250 contagi per Covid ogni 100mila abitanti. Una condizione che rischia di modificare il colore di molte regioni, con Veneto ed Emilia-Romagna che andrebbero direttamente nella zona rossa.

Nuovo Dpcm, l’ipotesi della modifica dei parametri

Se dovesse venire effettivamente approvata, la modifica sul numero di contagi per l’assegnazione della zona di rischio si aggiungerebbe a quella dell’abbassamento della soglia dell’indice Rt già attuata nei giorni scorsi dal governo, tramite la quale il passaggio nella zona arancione e nella zona rossa avviene ora con il superamento rispettivamente del valore 1,25 e 1,5. La nuova modifica dovrebbe essere inserita all’interno del Dpcm la cui entrata in vigore è prevista per il prossimo 16 gennaio.

Stando quanto affermato dagli esperti infatti, la soglia ottimale di contagi per 100mila abitanti sarebbe 50, poiché sarebbe l’unica che permette di garantire: “il completo ripristino sull’intero territorio nazionale” del sistema di contact tracing. Sulla base di questa modifica, le regioni a rischio di entrare nella zona rossa sarebbero il Veneto, con 453,31 casi per 100mila abitanti, e l’Emilia-Romagna che invece si trova appena sotto il limite con 242,44 casi per 100mila abitanti. I dati fanno però riferimento alla settimana dal 28 dicembre al 3 gennaio e secondo gli esperti potrebbero essere peggiorati.

I dubbi dei presidenti di regione

La modifica dei parametri dovrebbe essere discussa nella riunione che si terrà il prossimo lunedì 11 gennaio tra il governo e le regioni, ma al momento i presidenti di queste ultime appaiono dubbiosi circa il provvedimento. Secondo questi infatti, l’automatismo per cui la zona rossa scatta con il superamento di una soglia minima di contagi finirebbe per penalizzare le regioni virtuose che effettuano un maggior numero di tamponi, mentre altre con un gran numero di contagi non registrati potrebbero rimanere in zona gialla. È probabile dunque che si giunga a un compromesso, anche se il governo è ormai deciso ad aumentare le restrizioni in concomitanza con la campagna vaccinale.