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Di Maio sui migranti: "Cambiare le regole delle missioni"

Di Maio: bisogna cambiare le regole Ue sui migranti

In Europa bisogna cambiare musica: le missioni come Eunavformed non devono avvalersi unicamente dei porti italiani.

Ai microfoni di Radio1, il vicepremier Luigi Di Maio ha rilasciato una serie di dichiarazioni relative all’operato del governo e alle responsabilità europee nella gestione dei migranti. Il leader del M5S si è soffermato sulla questione relativa alla missione Eunavformed, la cui nave è sbarcata a Messina con 106 migranti a bordo. Di Maio, seguendo la linea tracciata da Matteo Salvini, ha annunciato che il governo spingerà per “cambiare le regole di ingaggio della missione”, che non potrà più contare unicamente sui porti italiani.

Le parole di Di Maio

La chiusura dei porti è divenuto una sorta di mantra per il governo Conte. Dopo il no del ministro Salvini alle navi delle Ong che vogliono attraccare nei porti italiani, arriva l’annuncio del blocco anche alle missioni internazionali come Eunavformed. La questione ha aperto una polemica tra il ministro dell’Interno ed Elisabetta Trenta, responsabile del dicastero della Difesa. Il leader del M5S non ha commentato la diatriba, limitandosi a sottolineare la necessità di “cambiare musica in Europa“.

“Finchè la missione Eunavformed rimane in piedi, gli unici porti sono quelli italiani. Ma l’obiettivo nostro è cambiare le regole di ingaggio della missione“, ha affermato il vicepremier. Non mancano le critiche al precedente esecutivo, accusato di aver concesso l’apertura dei porti italiani in cambio di agevolazioni sul piano fiscale. “Mi ricordo che un anno fa sono stato a parlare con Frontex e mi spiegarono che il governo Renzi diede la disponibilità di portare i migranti nei porti in cambio di punti di flessibilità usati per il bonus degli 80 euro”, ha dichiarato Di Maio. Segue la promessa di un cambiamento: “Noi chiederemo flessibilità senza barattarla in cambio dell’apertura dei porti”.

I migranti e l’Europa

Torna la richiesta di un maggior coinvolgimento europeo nella gestione dei migranti che attraversano il Mediterraneo. L’Europa deve, per prima cosa, occuparsi dei flussi primari: “Queste navi devono portare i migranti in tutti i porti. Se c’è bisogno di flessibilità non la baratteremo con l’apertura dei nostri porti ma la chiederemo perchè è un diritto dell’Italia come quella degli altri Paesi europei”.

Ancora una volta, il punto di riferimento è la Germania. Il governo di Angela Merkel è diventato il simbolo della lotta per la salvaguardia di un’Unione Europea coesa in risposta alle spinte euroscettiche e alle proposte populiste. Ma, afferma Di Maio, anche Berlino sta riscontrando non poche difficoltà: “Anche la Germania sta iniziando a cambiare linea sull’immigrazione, il problema è arrivato fin nel cuore dell’Europa. Vale per l’immigrazione e per l’austerity. Sono rimasti in pochissimi a dire che va tutto bene nell’Unione Europea”.

Il vicepremier cita anche il presidente francese Macron come esempio di leader che non si è dimostrato all’altezza delle aspettative dei suoi elettori. “Mentre gli altri stanno precipitando nel consenso come quello di Macron, il governo italiano è il più forte con un consenso altissimo”, ha dichiarato Di Maio.

Il decreto dignità

Il ministro del Lavoro ha parlato anche del decreto dignità, varato dal Consiglio dei Ministri e in attesa dell’approvazione del Parlamento. Di Maio si è detto fiducioso e disposto a eventuali migliorie da parte delle Camere, a patto che gli emendamenti proposti non snaturino e “ammorbidiscano” il decreto, in modo particolare per quanto riguarda la lotta alla delocalizzazione e gli aiuti alle imprese.

“Il Parlamento deve avere la possibilità di discutere il decreto e di migliorarlo”, ha detto Di Maio a Radio1. “Credo non ci sia bisogno della fiducia ma, lo dico da capo politico del M5s, non arretreremo sulle norme. Migliorare significa aggiungere e non annacquare“.

I rapporti con Grillo

A Di Maio è stato chiesto di chiarire i suoi rapporti con Beppe Grillo. Sembra che tra il fondatore e il nuovo leader del Movimento siano sorti alcuni contrasti dovuti alle eccessive concessioni fatte dai ministri pentastellati davanti alle richieste della Lega. Il vicepremier ha smentito le voci e ha dichiarato: “Ho sentito Beppe Grillo durante tutta la formazione del governo e mi fa sempre piacere avere consigli da lui”.