> > Di Maio: "No al Ceta. Rimossi funzionari che lo sosterranno"

Di Maio: "No al Ceta. Rimossi funzionari che lo sosterranno"

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Intervenendo all'assemblea di Coldiretti, il vicepremier annuncia che la maggioranza non ratificherà il trattato di libero scambio tra Ue e Canada.

L’assemblea annuale di Coldiretti si è svolta venerdì 13 luglio, presenti anche Luigi Di Maio e Gianmarco Centinaio, rispettivamente ministro del Lavoro e dell’Agricoltura. Nel corso dell’evento si è manifestata una evidente sintonia, almeno nelle intenzioni, tra l’organizzazione e il governo italiano. In particolare c’è corrispondenza di vedute nel criticare aspramente il Ceta, trattato di libero scambio tra Canada e Ue, entrato in vigore il 21 settembre del 2017 e in fase di ratifica da parte dei paesi europei.

Di Maio: “Non ratificheremo Ceta”

“Siamo un paese fondatore dell’Unione Europea, non dobbiamo vergognarci di cambiare le regole”, afferma Luigi Di Maio all’assemblea annuale di Coldiretti. Il vicepremier e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico si sofferma sul Ceta, trattato di libero scambio, verso il quale la platea è ostile. “Gli altri paesi fanno il loro lavoro, siamo noi che dobbiamo difenderci e difendere l’economia italiana- continua Di Maio- Stiamo discutendo sul Ceta e chissà quanti tentativi faranno gli altri paesi per entrare con i loro prodotti nella nostra economia”. Il trattato tra Ue e Canada è malvisto dalla Coldiretti in quanto, secondo l’organizzazione, non tutelerebbe a sufficienza i prodotti made in Italy. Nessuna sorpresa perciò quando scoppia un lungo applauso nel momento in cui il leader del M5S annuncia che il Parlamento italiano non lo ratificherà. “Se anche uno solo dei funzionari, che rappresentano l’Italia all’estero, continuerà a difendere trattati scellerati sarà rimosso. Il Ceta dovrà arrivare in Parlamento per la ratifica e questa maggioranza lo respingerà“. A margine dell’assemblea, Luigi Di Maio precisa la sua posizione sui voucher, che possono essere utilizzati “per specifiche mansioni e per fronteggiare determinati periodi dell’anno” ma non “per sfruttare la gente”.

La relazione di Moncalvo

Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, ha incentrato parte della sua relazione sulla differenza tra i prodotti importati e quelli realizzati italiani, in vari ambiti. Moncalvo in particolare sottolinea che “quasi un prodotto agroalimentare su cinque che arriva dall’estero non rispetta le normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente o i diritti dei lavoratori- a partire da quella sul caporalato- vigenti nel nostro Paese”. Secondo il presidente di Coldiretti, il libero scambio (o meglio, la sua evoluzione in tempi recenti) non tiene conto delle tutele necessarie per cittadini e lavoratori: “l’idea di libero commercio, nel corso di questi anni, si è sempre più dissociata dall’idea di un commercio equo, che tenesse conto del rispetto di regole condivise sul piano ambientale, della tutela sociale dei lavoratori e della sicurezza dei cittadini”. Roberto Moncalvo porta un esempio specifico su alcuni svantaggi, per i prodotti italiani, che rileva nel Ceta: “Le esportazioni di Parmigiano Reggiano e di Grana Padano in Canada sono diminuite in valore del 10% nel primo trimestre del 2018, quello successivo all’entrata in vigore in forma provvisoria il 21 settembre 2017 dell’accordo di libero scambio con l’Unione Europea (Ceta) che avrebbe dovuto frenare le imitazioni e migliorare l’accesso al mercato”. Invece, secondo Coldiretti, il risultato è stato un calo delle esportazioni, in controtendenza rispetto ad altri mercati, e l’aumento della falsificazione dei prodotti. Non tutte le organizzazioni sono però contrarie al trattato di libero scambio tra Ue e Canada. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, presente alla Luiss Business School, sostiene che “all’Italia conviene il Ceta perché siamo un paese con alta vocazione all’export e, attraverso l’export, creiamo ricchezza”.