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Messaggio dei parenti della vittima di Suviana: "Il 1° maggio per riflettere"

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I parenti delle vittime di Suviana: "Questo giorno ci serva a tutti quanti per riflettere su quelle che potrebbero essere le migliorie in ambito lavorativo per far sì che certe tragedie non accadano"

In occasione del 1° maggio, i parenti di una vittima dell’esplosione alla centrale elettrica di Suviana lanciano un appello commovente. “Morire sul lavoro a 37 anni, o in qualsiasi altro momento della vita, è ingiusto e non dovrebbe mai accadere.

Messaggio dei parenti della vittima di Suviana: “Il 1° maggio per riflettere”

Questa giornata dovrebbe spingerci tutti a riflettere su come migliorare le condizioni lavorative per evitare tragedie simili”, affermano i familiari di Alessandro D’Andrea, deceduto insieme a sei colleghi nell’impianto nel Bolognese.

Le sorelle, i genitori e la compagna di vita di Alessandro, Sara, insieme all’avvocato Bordoni, desiderano ricordare Alessandro “con poche ma significative parole”. Alessandro “ha sempre amato il proprio lavoro al punto da lasciare i suoi affetti in Toscana fin da giovane per trasferirsi a Milano, una delle principali metropoli lavorative, dove avrebbe avuto maggiori opportunità di crescita personale e professionale.

Appello dei familiari della vittima di Suviana: “riflessioni per il 1° maggio”

Sempre ricordando il familiare e amico scomparso Alessandro: “Il suo impegno, sacrificio e desiderio di conoscenza lo hanno portato a viaggiare per lavoro in tutto il mondo. Avrebbe avuto ancora tanto da dare e migliorare nella realtà che ci circonda”.

“Aveva scelto di lavorare nell’ambito delle energie rinnovabili, un settore che lo affascinava perché gli consentiva di unire le sue conoscenze in idraulica, elettronica e meccanica”. “Era entusiasta, credeva nel valore del lavoro e dell’impegno, e aveva fiducia nel futuro. Ci mancherà il modo in cui condivideva il suo mondo con noi, e questo ci renderà sempre felici”.

“Con queste parole, ricordiamo Alessandro e, insieme a lui, tutte le vittime sul luogo di lavoro e le loro famiglie. Ora veglia su di noi da lassù, proprio come faceva qui”.