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Liliana Resinovich: un errore nell'autopsia cambia le carte in tavola

Volante carabinieri

Una nuova autopsia sul corpo di Liliana Resinovich avrebbe portato alla luce un errore che potrebbe finalmente avvicinare gli inquirenti alla verità.

A quanto pare potrebbero esserci presto delle novità importanti per quanto riguarda il caso di Liliana Resinovich scomparsa a Trieste nel 2021 e ritrovata morta nel 2022 nel boschetto dell’ex Ospedale psichiatrico di San Giovanni. Questa volta a fornire nuovi chiarimenti ci sarebbe un errore fatto nell’autopsia del corpo della donna.

Un errore importante

L’errore scoperto di recente riguarderebbe una molecola riconducibile all’assunzione di una comune aspirina ma, stando a quanto riportato da Fanpage, ciò sarebbe errato. Stando a quanto riportato dai medici che hanno effettuato l’autopsia, sono state rilevate tracce di 5-amino-acido salicilico nelle urine della donna.

Ed è a questo punto che è stato fatto un errore nell’autopsia, perché tale composto è stato ricondotto all’assunzione di un’aspirina o di una tachipirina, quando in realtà è invece legato ad un altro medicinale, la mesalazina. Questo però viene venduto solo tramite prescrizione medica ed è quasi sempre usato per curare il morbo di Crohn o le infiammazioni intestinali.

Liliana, non soffrendo di tale morbo, ha dovuto quindi entrare in contatto con la mesalazina in altro modo, forse nei luoghi in cui ha vissuto quando era fuggita oppure nella casa di una persona affetta da patologie intestinali. In ogni caso questo è sicuramente un dettaglio che apre nuovi scenari sul caso e che potrebbero finalmente portare alla luce qualche risposta.