> > "Dotati di chip cerebrale", preoccupa il nuovo test della Russia sui piccioni...

"Dotati di chip cerebrale", preoccupa il nuovo test della Russia sui piccioni: che ne sarà della privacy?

piccioni chip Russia

Dalla Russia un progetto tecnologico non privo di controversie: chip impiantati nei piccioni

Dalla Russia emerge un progetto altamente tecnologico non privo di controversie, nato nei laboratori di neurotecnologie di Neiry, dove alcuni piccioni sono stati trasformati in veri biodroni. In un comunicato ufficiale si spiega che gli uccelli sarebbero stati equipaggiati con interfacce cerebrali impiantate e dispositivi elettronici fissati su supporti dedicati, aprendo la strada a un nuovo tipo di controllo del volo, come riportato da Thesocialpost.it.

L’azienda racconta che il primo stormo di piccioni dotati di chip neurali avrebbe completato tratte sperimentali da e verso un laboratorio, un risultato ritenuto di rilievo dal gruppo di ricerca.

La nuova sperimentazione della Russia: chip impiantati nei piccioni

Neiry indica come scopo quello di sfruttare tali innesti per sorvegliare infrastrutture sensibili, monitorare impianti industriali, intervenire su scenari ambientali e supportare operazioni di ricerca e salvataggio. La descrizione della prova specifica che tutto si fonda su elettrodi inseriti direttamente nel cervello degli animali, collegati a un modulo in grado di controllare e stimolare, alimentato con energia solare. Tale sistema, afferma la società, permetterebbe di condizionare l’orientamento in volo, servendosi di una navigazione con tecnologia Gps per guidare con precisione la traiettoria dei piccioni. Un punto particolarmente focus riguarda l’affermazione secondo cui gli animali “non necessitano di addestramento comportamentale” per recepire gli impulsi impartiti dai dispositivi, mentre la sopravvivenza dopo l’operazione sarebbe assicurata “al cento percento grazie a tecniche chirurgiche stereotassiche”.

I piccioni-biodroni, con chip e telecamere impiantati: le controversie

Secondo quanto riferito, i biodroni integrerebbero anche piccole telecamere, e le immagini ottenute verrebbero elaborate tramite intelligenza artificiale con l’obiettivo di “rispettare le normative sulla privacy”, come sottolineato dalla società. Neiry sostiene inoltre che il prezzo di ciascun esemplare sarebbe simile a quello dei droni convenzionali disponibili sul mercato, pur vantando prestazioni “nettamente superiori” in termini di durata e distanza, grazie alla naturale autonomia degli uccelli e all’assenza dei limiti imposti dalle batterie tradizionali. Il fondatore, Aleksander Panov, aggiunge che tale tecnologia potrebbe essere adattata anche ad altre specie e cita “corvi, gabbiani e albatros” come alternative a seconda del tipo di missione prevista. La stessa Neiry manifesta anche l’idea di estendere questo sistema oltre i confini nazionali, immaginando un’applicazione su scala globale. Pur presentato come un passo focus innovativo e ricco di sviluppi, il progetto spalanca interrogativi etici e scientifici sull’uso di animali manovrati tramite impianti neuronali. In uno scenario in cui la neurotecnologia avanza rapidamente, la sperimentazione su piccioni-biodroni alimenta un dibattito destinato a diventare sempre più centrale.