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Dress code in aula, bocciata la proposta di FdI, Ricciardi: "Fuori dal mondo"

Meloni

Dress code in aula: alla fine è stato approvato un testo "soft" in seguito alla contestazione di M5s, Pd e Avs.

Rinviato alla Camera l’ordine del giorno proposto da Fratelli d’Italia riguardante il dress code in aula nel corso dell’esame del bilancio interno a Montecitorio. Ecco cosa prevedeva il provvedimento presentato dal “meloniano” Salvatore Caiata: “Il divieto per chiunque (parlamentare, collaboratore, dipendente o visitatore) dell’utilizzo di scarpe da ginnastica ogni qualvolta acceda nelle sedi della Camera”. Previsto inoltre “l’obbligo per i deputati, collaboratori, dipendenti e visitatori di sesso maschile di indossare sempre la cravatta”. Un’ipotesi contestata dai partiti d’opposizione: i contrasti sono degenerati durante il voto in aula. A puntare il dito sulla proposta di FdI sono stati PD, Alleanza verdi e sinistra e M5s.

Ricciardi di M5s: “Siamo fuori dal mondo”

Riccardo Ricciardi, vicepresidente del M5s, si è indignato per il concetto di decoro espresso da Fratelli d’Italia: “Se il decoro è mettersi la cravatta e non avere paura a togliere a 169mila famiglie il reddito di cittadinanza con un sms, io penso che siamo fuori dal mondo”.

Cosa è stato approvato infine?

Come informa Repubblica, in seguito alle proteste sollevate dalle fazioni opposte, l’ordine del giorno presentato da FdI è stato soggetto a una riformulazione, che ha portato all’eliminazione delle restrizioni sull’uso delle scarpe da ginnastica e sull’obbligo di indossare cravatte. Questa revisione ha portato all’approvazione di una versione “soft” del nuovo codice di abbigliamento, con 181 voti a favore e 100 contrari. Il nuovo testo impegna ora l’Assemblea a considerare l’opportunità di introdurre direttive specifiche volte a garantire che l’abbigliamento dei deputati, dei dipendenti e di tutti coloro che frequentano le sedi dell’Assemblea sia appropriato per preservare la dignità e il decoro dell’istituzione.